Morto per una puntura di zanzara, i genitori di Matteo racconta gli ultimi giorni di vita del figlio

Il racconto dei genitori di Matteo Chieu, morto dopo una puntura di zanzara.

Era cosi entusiasta di imbarcarsi per l’ennesima volta su quell’aereo che lo avrebbe portato a rivedere i cuginetti e i parenti materni, che nulla al mondo avrebbe potuto dare al ragazzo tanta felicità. Così, Matteo Chieu, classe 2008, una volta terminato a pieni voti il primo anno di liceo scientifico “Paschini” di Tolmezzo, città nella quale viveva con papà Roberto e mamma Denise Farias, è partito per la città di Salinopolis, in Para’.

È volato in quella terra a lui familiare, con la mamma, ci andava da quando aveva un anno. Il papà li avrebbe come di consueto raggiunti in un secondo momento, terminati gli impegni legati al negozio “Boutique della pelle”, che da anni gestisce assieme alla moglie nel cuore di Tolmezzo. Una vacanza che la famiglia Chieu aspettava con gioia, quella in Brasile, e che mai si sarebbe aspettata avrebbe avuto un epilogo cosi doloroso.

“Io e Matteo siamo arrivati a Salinopolis qualche settimana fa, eravamo felici di rivedere finalmente l’altra metà della nostra famiglia -racconta mamma Denise – il volo di ritorno era previsto per lunedì 24 luglio”. Purtroppo, però, un tragico destino ha fatto si che il giovane Matteo, da quel paese, non facesse più ritorno.

“La prima volta che Matteo è stato male era nella mattinata di domenica scorsa, aveva la febbre molto alta e ci siamo recati immediatamente in pronto soccorso, dove siamo stati fin da subito seguiti in maniera scrupolosa”, spiega la madre. “La febbre è scesa quasi subito grazie ai medicinali, quindi siamo stati rimandati a casa -prosegue la donna- per due giorni siamo entrati ed usciti dall’ospedale, perché, una volta somministrati i farmaci, Matteo sembrava sentirsi meglio “.

Fino a mercoledì, quando la situazione è precipitata. “Mercoledì Matteo ha iniziato ad avvertire dolori lancinanti all’addome, quindi siamo tornati di corsa in ospedale, dove mio figlio è stato immediatamente ricoverato in terapia intensiva, dove è deceduto alle 4 del mattino di venerdì “. Stroncato da una spietata emorragia che, giorno dopo giorno, ha colpito tutti gli organi. Una letale catena di virus che prende il nome di Arbovirosi, Matteo infatti è stato vittima della puntura di una zanzara infetta che ha fatto migrare questo letale mix di virus. “È un virus infimo, proprio perché, una volta trovato terreno fertile in un corpo predisposto e con scarse difese immunitarie, muta in continuazione e questo fenomeno fa si che non esista un vaccino in grado di svonfiggerlo” spiega la mamma, che , a gran voce, vuole porre l’attenzione sull’importanza delle operazioni di disinfestazione in zone dove la concentrazione di focolai di questi insetti sono maggiormente presenti.

Una famiglia composta nel proprio dolore, che vive con una grande dignità. Papà Roberto ha dovuto raccogliere tutte le forze e prendere il primo volo per Belén dall’aeroporto Marco Polo di Venezia, quel maledetto venerdì pomeriggio. “Faremo ritorno in Italia dopo il 10 agosto, dove daremo modo a tutta la comunita’ di Tolmezzo, che ha dimostrato una grande vicinanza, di dare l’ultimo saluto al nostro Matteo“, spiega il padre. Una comunità che, ancora sotto chock, si è stretta in maniera accorata, all’immenso ed inimmaginabile dolore dei genitori.