Sui numeri della cassa integrazione in Friuli è polemica: “La Regione è ferma”

I consiglieri regionali del M5s laria Dal Zovo, Mauro Capozzella, Cristian Sergo e Andrea Ussai

Il M5S Fvg parla dei ritardi della cassa integrazione in deroga.

Rimangono dei dubbi sulla spiegazione data dell’assessore Alessia Rosolen sui ritardi regionali della cassa integrazione in deroga. Lo afferma con una nota il Gruppo consiliare regionale del MoVimento 5 Stelle.

“Rispondendo alla nostra interrogazione – è il commento di Dal Zovo, Capozzella, Ussai e Sergo – l’esponente della Giunta Fedriga ha chiaramente dichiarato come, fino al 23 aprile scorso, ci fossero solamente 8 dipendenti per evadere 387 pratiche su 7.909 e che di queste domande l’Inps ne aveva già autorizzate 306. Visti i tempi biblici, si è aumentato il team di 9 unità, il che ha portato un’accelerata e in poco meno di una settimana sono state chiuse altre 300 domande“.

“Alla nostra interrogazione – aggiungono i consiglieri del M5S – si accennavano a ulteriori assegnazioni di personale per un massimo di 32 addetti, ma l’assessore deve avere cambiato idea perché adesso si parla di un team di 40 persone. Sullo scrupoloso, e quindi più lento, metodo di lavoro, ci teniamo a sottolineare che ci sono modelli regionali da cui, forse, potremmo prendere esempio e non solo criticare”.

I pentastellati riportano, quindi, l’esempio di quanto avvenuto nella regione Marche, dove “al 23 aprile erano state spedite 6.411 domande contro le 387 provenienti dal Friuli Venezia Giulia. La percentuale di domande spedite da Trieste e autorizzate dall’ Inps è ancora del 78% e questo fa sì che siano solamente 500 i lavoratori che abbiano ricevuto la Cig in deroga sui 16mila che attendono”.

Per quanto riguarda la difficoltà a reperire il personale e il tempo per la formazione, i pentastellati ricordano “che la direzione lavoro, in virtù di una delibera di Giunta ha la possibilità e le risorse per assumere 52 persone, quindi non si comprende perché attendere i trasferimenti da altri servizi regionali. Sui tempi della formazione, la Rosolen non può rispondere a un’interrogazione dicendo che il periodo dura due giorni feriali e poi lamentarsi che ci vuole tempo per addestrare il personale”.

“La nostra preoccupazione – concludono gli esponenti del MoVimento – è che si continui a ragionare come se questa fosse una situazione normale. Non lo è, non lo sarà, e se continuiamo a stare dietro alle solite regole non ne usciremo facilmente: è ora di cambiare marcia, la Regione è rimasta ferma per troppo tempo“.