Uccise la compagna con 19 coltellate, la pena diventa definitiva

Giuseppe Mario Forciniti era stato condannato a 22 anni.

La sentenza di appello ha messo la parola fine nella vicenda di Giuseppe Mario Forciniti, l’ex infermiere condannato per l’omicidio della compagna Aurelia Laurenti il 25 novembre 2020 nella loro casa di Roveredo in Piano. La Corte d’Assise d’Appello di Trieste ha deciso di confermare la colpevolezza di Forciniti, ma ha ridotto la sua pena da 24 a 22 anni di reclusione. La sentenza è divenuta ora definitiva, poiché l’accusato ha rinunciato a impugnare la decisione in Cassazione.

Il giudizio ha sottolineato che il diritto di conoscere le modalità e le motivazioni dell’omicidio di Aurelia rimaneva insoddisfatto per i familiari della vittima. La sentenza ha anche evidenziato che, nonostante l’accusato avesse parzialmente ammesso la colpevolezza nel processo di primo grado, aveva continuato a essere reticente e menzognero riguardo alla dinamica dei fatti, rifiutandosi di rivelare la verità, sia nel processo di primo grado che in appello.

Tuttavia, i giudici hanno anche preso in considerazione “l’impegno” di Forciniti nel fornire sostegno economico ai suoi figli, nonostante le limitate risorse derivanti dal lavoro svolto in carcere. Questo comportamento è stato interpretato come un segno di “ravvedimento” o almeno della “seria volontà di assumersi le proprie responsabilità economiche”.

La sentenza era stata emessa dopo quasi tre ore di discussione in camera di consiglio, durante le quali il passato di Giuseppe Forciniti, caratterizzato da un’esplosione di rabbia cieca che aveva portato a 19 coltellate e alla morte di Aurelia Laurenti, è stato messo a confronto con il suo impegno presente verso i figli. La Corte d’Appello di Trieste ha deciso di accogliere la richiesta di concordato in appello, che ha portato alla riduzione della pena di Forciniti da 24 a 22 anni di reclusione.