Come la pittura ha espresso la genialità dei maestri dell’arte italiana

L’uomo è nato artista. Il bisogno di riprodurre emozioni, sentimenti o semplicemente fatti è innato in lui. Lo faceva anche quando non esistevano carta e matita, utilizzando la roccia come tela, come dimostrano le pitture rupestri. Ha continuato a farlo per tutti i secoli che hanno preceduto il nostro, facendoci arrivare capolavori senza tempo oggi esposti in musei e pinacoteche. 

L’Italia ha avuto la fortuna di dare i natali a veri e propri artisti del pennello, ai cui nomi, ancora oggi, si antepone l’appellativo “maestro”. Uno di questi è senza dubbio Leonardo da Vinci, il cui genio indiscusso in diversi campi dello scibile umano ci rende ancora più orgogliosi di essere italiani.

Il primo disegno dell’uomo

Il disegno più antico di cui abbiamo testimonianza risale a circa 70000 anni fa. A noi purtroppo non è arrivato l’originale completo, ma solo un frammento di quella che doveva essere un’opera molto particolareggiata. Inizialmente non si era certi che quei segni peculiari individuati su un sasso di sabbia e ghiaia cementate fossero di origine umana. 

È grazie all’utilizzo di una lente di ingrandimento, del microscopio ottico e della spettroscopia Raman che si è capito che quelle linee erano state tracciate da una mano umana con una punta color ocra. Questo ci fa comprendere quanto sin da allora fosse importante per l’uomo comunicare tramite segni. 

L’Italia e la pittura

Anche se il primo disegno non è stato ritrovato in Italia, bensì in Sudafrica, grazie a preziose testimonianze rupestri come quelle della Val Camonica si è capito che la nostra penisola, sin dalla preistoria, è stata la culla dell’arte. Etruschi, Romani, Bizantini, Longobardi colorarono con affreschi di pregio, abitazioni e basiliche, facendo arrivare a noi capolavori di immenso valore. 

Ne sono un esempio quelli scoperti a Pompei. La loro importanza è tale che il governo italiano sta cercando di agevolare la visita al sito creando collegamenti tra esso e le città più importanti. Alcuni giorni fa è stato inaugurato dalla premier Meloni il treno Roma-Pompei, iniziativa che rende più fruibile a tutti un patrimonio artistico unico, che tutto il mondo ci invidia. 

L’Italia e l’arte tra il XIV e il XVI secolo

Ma fu tra il XIV e il XVI secolo che la nostra penisola vide fiorire geni della pittura come Botticelli, Donatello, Michelangelo, Raffaello e il poliedrico Leonardo da Vinci. Il sorriso enigmatico della sua Gioconda è diventato protagonista di libri e film. Le sue invenzioni, che allora sembravano pura fantasia, furono di ispirazione alle generazioni che seguirono. È grazie a lui se oggi possiamo utilizzare veicoli come gli aerei, fondamentali in un mondo globalizzato come il nostro.

I capolavori di Leonardo da Vinci

A noi sono giunti circa una cinquantina di dipinti che portano la firma di Leonardo da Vinci. Tra i più famosi, oltre alla Gioconda, possiamo ricordare la Vergine delle Rocce, l’Ultima Cena, la Dama con l’ermellino, l’Annunciazione, ecc. Si tratta di capolavori che non sono solamente belli da vedere. 

Dietro quelle figure angeliche, quegli sguardi espressivi, vi è uno studio accurato della distribuzione delle forme nello spazio, che sarà d’insegnamento a molti degli artisti dei secoli a seguire. I dipinti di Leonardo hanno la capacità di comunicare e anche incuriosire. Il rispetto per la Divinità e i giochi di parole pittoriche che utilizza per dare i titoli alle sue opere, sono spesso stati presi in esame dai patiti dell’arte leonardesca, per scoprire il meraviglioso mondo che si celava nella sua mente.

L’importanza della pittura il potere curativo della pittura

Come uomini del calibro di Leonardo da Vinci ci hanno dimostrato, la pittura ha un suo linguaggio in grado di trasmettere sentimenti ed emozioni. Per questo non c’è da stupirsi se molte volte viene utilizzata in ambito terapeutico. Prendere in mano i pennelli significa, infatti, trasferire sulla tela sogni e paure e liberarci dallo stress che provocano. 

Chissà, forse l’uomo che 70000 anni fa ha scalfito quella roccia lo sapeva già. O forse semplicemente seguiva il suo istinto, cosa che anche noi dovremmo imparare a fare. Proviamoci con i pennelli. Magari ci scopriremo artisti, o forse no, ma non ha importanza. L’unica cosa che conta davvero è liberare i nostri colori.