L’appello dei professionisti di Udine agli enti locali: “Pagateci gli arretrati”

La richesta della categoria dei professionisti alla Regione.

La Regione solleciti gli enti locali a pagare gli arretrati dovuti ai professionisti ed estenda anche alle partite Iva, il meccanismo dell’anticipo in banca delle fatture emesse mediante la cessione del credito, una tipologia di finanziamento attraverso cui ottenere liquidità da un istituto di credito, cedendogli pro soluto i crediti commerciali vantati verso altre aziende da fatture con scadenza futura. 

La richiesta arriva dal mondo delle professioni di Confcommercio Udine, in un momento in cui i lavoratori sono messi in ginocchio dalle conseguenze economiche del coronavirus: solo alcuni lavorano da remoto, la maggior parte deve fare i conti con il fermo totale dell’attività.

“Chiedere alle piccole partite iva individuali di indebitarsi ulteriormente per poter pagare le tasse entro i tempi previsti – sottolinea il referente per la categoria dei professionisti, Fabio Passon – non è accettabile a fronte della completa mancanza di tutela nei pagamenti sia da parte del privato che della pubblica amministrazione, i cui tempi superano mediamente i 120 giorni”.

Il bonus governativo da 600 euro “è certamente importante – prosegue Passon –, ma serve urgentemente altra liquidità per far fronte alla diminuzioni degli incassi e per sostenere i costi fissi”. Quel bonus, tra l’altro, “andrà riconosciuto anche dopo i mesi di marzo e aprile a tutte le attività professionali che vedono compromessa la stagione – prosegue Passon -, penso a quelle del turismo, guide e accompagnatori, organizzatori di eventi e settore wellness”.

Per poter salvare migliaia di posti di lavoro si rendono inoltre necessari “l’azzeramento di tutti gli adempimenti fiscali – conclude Passon – e versamenti di contributi e imposte ben oltre la durata dei provvedimenti restrittivi. Solo con la successiva dilazione almeno biennale delle somme dovute, con riferimento ai tributi e contributi oggetto di sospensione, e una consistente riduzione delle rate di acconto, innanzitutto dell’Irpef e relative addizionali, sarà possibile resistere”.