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Data

Nov 23 2019
Evento terminato!

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21:00

Attesissimo a Il volo del jazz il Chris Potter Circuits Trio

Considerato da molti il miglior sassofonista del suo tempo

Continua il festival Il volo del jazz con un weekend all’insegna della musica: sabato 23 novembre alle 21 l’appuntamento è al Teatro Zancanaro di Sacile con l‘attesissimo concerto di Chris Potter. Polistrumentista e compositore, spesso citato da critici e musicisti come il migliore sassofonista del suo tempo, con James Francies alle tastiere e pianoforte ed Eric Harland alla batteria, porterà al pubblico il suo “Circuits”, un lavoro in cui melodie inconsuete si muovono su fraseggi pieni zeppi delle più disparate influenze, sostenute da un tappeto elettronico in cui i tre riescono a districarsi con grande eleganza e sicurezza.

Sassofonista, certo, ma talentuoso anche con altri fiati come il flauto e il clarinetto basso, impeccabile stilista, capace di una veemenza incontenibile come di eleganti tecnicismi, Chris Potter definito da Down Beat “uno degli artisti più studiati del pianeta”, ha percorso come pochi altri le strade attuali del post-bop, aprendole verso nuovi varchi espressivi. Per questo viene ascoltato con uguale ammirazione tanto dai cultori della tradizione quanto dagli amanti delle ricerche contemporanee. James Francies, nato a Huston e residente a New York, pianista, tastierista, compositore, è definito dal New York Times “un pianista il cui tocco è dinamismo liquido” e ha iniziato a suonare il pianoforte all’età di 4 anni. Dotato di una tonalità e una sinestesia perfette, ha partecipato al suo primo concerto jazz, all’età di 6 anni, e ha iniziato a studiare jazz alle medie. Eric Harland, alla batteria, è in grado di sintetizzare alla perfezione lungimiranza, tecnica, creatività e soprattutto sensibilità e nello stesso tempo mostra di saper guidare dei gruppi assai sofisticati fungendo da nave-scuola per le giovani generazioni.

In scaletta anzitutto il recentissimo disco “Circuits”, un lavoro i cui “circuiti” si muovono in bilico tra il gusto per la libertà improvvisativa e un’intensità ritmica che paga un forte tributo all’Africa. Dedicato a tutti coloro che si chiedono in che direzione stia andando il jazz del futuro.