I Carabinieri celebrano il 110° anniversario della Battaglia del Podgora

Nella mattinata odierna, alla presenza del Comandante Generale dell’Arma Gen. C.A. Salvatore Luongo, si è tenuta la commemorazione del 110° anniversario della “Battaglia del Podgora”, per rendere omaggio ai Caduti del 2° e 3° Battaglione di Carabinieri Reali durante l’assalto a Quota 240 del Monte Calvario del 19 luglio 1915.

Nel corso della Prima Guerra Mondiale, la battaglia del Podgora rappresenta una delle azioni più dure e simboliche del primo ciclo offensivo italiano sul fronte dell’Isonzo. Il rilievo collinare che domina la piana di Gorizia costituiva, infatti, un caposaldo difensivo di primaria importanza per l’esercito austro-ungarico e la sua conquista era ritenuta essenziale per aprire la strada alla presa di Gorizia.

I Carabinieri furono chiamati a combattere in prima linea: uomini addestrati alla disciplina e al rigore, si distinsero per coraggio e determinazione, affrontando la morte con fermezza esemplare. Molti di loro caddero o rimasero feriti durante gli attacchi al Podgora e il loro sacrificio fu espressione di un profondo senso del dovere, vissuto non come mero obbligo, ma come scelta consapevole di fedeltà alla Patria e ai valori dell’Arma. La Battaglia costò al reparto 53 morti, 143 feriti e 10 dispersi tra ufficiali, sottufficiali e truppa.

Per questi atti di eroismo furono concesse 9 medaglie d’argento, 33 di bronzo e 13 croci di guerra al valor militare. La Bandiera dell’Arma fu insignita della prima Medaglia d’Oro al Valor Militare il 5 giugno 1920, ecco perché l’Istituzione celebra il proprio anniversario il 5 giugno.

Le celebrazioni.

Le celebrazioni hanno avuto inizio presso il Cimitero del Comune di Mossa, dove, il Generale di Brigata Stefano Toscano del Comando Legione CC Friuli Venezia Giulia, unitamente al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Gorizia, Col. Andrea Esposito, alla presenza della sindaca Emanuela Russian e dei familiari del Brigadiere Antonio Ferraro, deceduto nel 1972 nell’attentato dinamitardo di Peteano e lì tumulato, hanno deposto un cuscino di fiori sulla tomba che custodì temporaneamente i Carabinieri caduti sul Podgora e che ora accoglie i resti di 7 Carabinieri che hanno sacrificato la loro vita nella 2^ Guerra Mondiale, su quella dei Finanzieri caduti nella battaglia, nonché un omaggio floreale sulla tomba del Brigadiere FERRARO; sepolcri recentemente ristrutturati per l’occasione da parte dell’amministrazione comunale.

Le celebrazioni sono, quindi, proseguite al Sacrario Militare di Oslavia, ove sono custodite le spoglie di oltre 57.000 militari caduti nelle Battaglie dell’Isonzo, con la deposizione di una corona d’alloro da parte del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen C.A. Salvatore Luongo, alla presenza del Capo Ufficio per la Tutela della cultura e della memoria della Difesa, Gen. C.A. Andrea Rispoli, del Comandante Interregionale Carabinieri “Vittorio Veneto”, Gen C.A. Pierangelo Iannoti, del Comandante della Legione Carabinieri “Friuli Venezia Giulia”, Generale di Brigata Gabriele Vitagliano.

Come di consueto, anche la Prefettura di Gorizia, rappresentata dalla Vicaria Dottoressa Maria Rosaria Mancini, il comune di Gorizia, rappresentato dalla Vice Sindaca, Dottoressa Chiara Gatta, e l’Ispettore Regionale dell’Associazione Nazionale Carabinieri, Generale di C.A. Michele Cristoforo Ladislao, hanno reso omaggio ai Caduti deponendo le proprie corone d’alloro.

Il Comandante Generale dell’Arma, nella circostanza, ha deposto un cuscino floreale alla base dei loculi, ubicati nel 3° piano del Sacrario, contenenti le spoglie dei Carabinieri Caduti nei combattimenti sul Podgora del 1915 dove il Cappellano militare della Legione Carabinieri Friuli Venezia Giulia, Don Albino D’ORLANDO, ha tenuto un momento di preghiera e benedizione.

Successivamente, all’interno della Caserma “Cascino”, sede del 13° Reggimento Carabinieri “Friuli Venezia Giulia”, alla presenza del Comandante Generale dell’Arma e delle massime autorità civili e militari della regione e della provincia nonché dei rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e dei rappresentanti delle Associazioni Professionali a Carattere Sindacale dell’Arma, si è svolta la cerimonia militare.

Dopo il posizionamento della Fanfara della Scuola Marescialli di Firenze e di un reggimento di formazione agli ordini del Colonnello Nicola Pio Michele FERRUCCI, hanno fatto il loro ingresso il Medagliere dell’Arma, la Bandiera dell’O.N.A.O.M.A.C., il Labaro dell’Associazione Nazionale Forestali, il Gonfalone della Regione Friuli Venezia Giulia e i Labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma. In un’atmosfera solenne sono stati resi gli onori al Gonfalone della città di Gorizia decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare e alla Bandiera di Guerra del 13° Reggimento Carabinieri “Friuli Venezia Giulia”. Il Comandante Generale dell’Arma ha fatto così ingresso sul luogo della cerimonia passando in rassegna lo schieramento per poi rendere omaggio ai Caduti con la deposizione di una corona d’alloro presso il monumento del Reggimento.

Nel corso della cerimonia, subito dopo l’intervento del vice sindaco di Gorizia, ha preso la parola il Generale Luongo, il quale ha rivolto un particolare pensiero a coloro che si sono immolati per il Paese: “A questi uomini e a tutti i Caduti nella battaglia va il nostro pensiero riverente. Essi incarnarono quei valori di disciplina, onore, spirito di sacrificio e amor di Patria che sono l’essenza stessa dell’Arma. Ancora oggi, quegli stessi valori animano ogni Carabiniere, in ogni servizio, in ogni angolo d’Italia e nelle missioni all’estero, e ne sono convinto, io che rappresento con orgoglio ognuno di Voi, Carabiniere tra Carabinieri!”. Ha proseguito poi soffermandosi sul significato della sua presenza in occasione dell’anniversario della Battaglia del Podgora:“Essere qui oggi non è soltanto un atto di commemorazione ma è un impegno morale per tutti noi. Un dovere collettivo. Perché la memoria, se nutrita da verità e rispetto, diventa responsabilità comune. E noi, Carabinieri di oggi, abbiamo il dovere di essere degni di quel passato”.

Il Comandante Generale, nel concludere, ha ricordato la profondità delle parole incise sull’obelisco in cima al Monte Calvario “Non lacrime chiedono i morti, ma qui chiamano i viventi a imparare come si ami la Patria”, auspicando come l’esempio di quei Carabinieri della Battaglia del Podgora “continui a ispirare le nostre azioni, a ricordarci da dove veniamo e a indicarci, con fermezza e umiltà, la direzione da seguire”.