Crescita più lenta del previsto, Pil in ribasso in Friuli Venezia Giulia

La stima del Pil del Friuli Venezia Giulia rivista al ribasso.

Le ultime analisi dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine, su dati Prometeia, indicano una crescita del PIL regionale più contenuta rispetto alle stime estive: per il 2025 il Friuli Venezia Giulia è atteso crescere dello 0,3%, in calo rispetto al +0,7% previsto a luglio, mentre per il 2026 la crescita è stimata allo 0,7%, dopo la quasi stagnazione del 2024 (+0,1%). La revisione al ribasso riflette un minore contributo atteso da export, industria e servizi.

Domanda interna: consumi e investimenti

I consumi delle famiglie dovrebbero aumentare dello 0,6% nel 2025 e dello 0,9% nel 2026, sostenuti dalla ripresa del reddito reale e dal rallentamento dell’inflazione. Rimane però alta la propensione al risparmio, legata all’incertezza, che frena la spesa nel breve termine.

Gli investimenti fissi lordi, dopo la decelerazione del 2024 (+0,5%), registreranno un recupero nel 2025 (+2,7%), per poi rallentare nel 2026 (+0,2%). La dinamica beneficia del calo dei tassi, di condizioni creditizie più favorevoli e di incentivi fiscali come Ecobonus, Bonus ristrutturazioni e Transizione 4.0 e 5.0. Gli investimenti pubblici legati al PNRR continuano a sostenere soprattutto i fabbricati non residenziali.

Export in rallentamento

Le esportazioni regionali hanno mostrato un andamento volatile nel primo semestre 2025: crescita nei primi tre mesi e flessione nel secondo trimestre, penalizzata dal tentativo di anticipare l’introduzione dei dazi. La stima 2025 prevede un aumento dell’export del 3,3%, in ribasso rispetto al +7,1% stimato tre mesi fa. Per il 2026 si prevede un’ulteriore crescita del 2%, grazie alla ripresa dell’economia tedesca e all’assorbimento degli shock legati ai dazi USA.

Pil dal lato dell’offerta: industria, costruzioni e servizi

Il valore aggiunto dell’industria è previsto crescere dello 0,5% nel 2025 e dello 0,9% nel 2026, grazie alla domanda interna ed estera. Il settore delle costruzioni rallenterà, con un +1,1% nel 2025 e una contrazione del -2% nel 2026. I servizi registrano stagnazione nel 2025 (0,0%) dopo il calo del 2024 (-0,2%) e un possibile recupero nel 2026 (+1,2%).

Mercato del lavoro e sfide demografiche

L’occupazione (ULA) crescerà dello 0,8% nel 2025, proseguendo il trend positivo del 2024 (+2,7%), con una riduzione della crescita attesa nel 2026 (+0,5%). Il tasso di occupazione (15-64 anni) salirà al 69,5% nel 2025 e al 70,2% nel 2026, dal 66,6% del 2019, spinto dalla riduzione della popolazione in età lavorativa.

Il pieno utilizzo del potenziale occupazionale richiede un più elevato tasso di partecipazione di donne e giovani, nonché flussi regolari di lavoratori stranieri, necessari a compensare l’uscita per raggiunti limiti di età. Il declino demografico rischia di compromettere crescita economica e sostenibilità del welfare, riducendo la base imponibile e aumentando la spesa per pensioni e sanità. Cruciale sarà anche ampliare la contribuzione al welfare, riducendo l’evasione ed eliminando i regimi agevolati. Il tasso di disoccupazione è stimato al 4,8% nel 2025 (dal 6,2% del 2019

Rischi e contesto internazionale

Le previsioni restano influenzate da incertezza geopolitica e macroeconomica. Il commercio mondiale rallenterà dal +2,8% nel 2025 all’1,2% nel 2026, principalmente a causa di barriere tariffarie.

Negli Stati Uniti, il PIL passerà dal +3,1% del 2024 al +2,3% nel 2025 e al +1,8% nel 2026. La Germania, principale partner commerciale del FVG, non è ancora uscita dalla crisi: PIL -0,9% nel 2023, -0,5% nel 2024, +0,2% nel 2025, con un recupero previsto sopra l’1% dal 2026 grazie a un piano da 850 miliardi di euro per difesa e infrastrutture.

La svalutazione del dollaro ha ridotto la competitività dell’export italiano e regionale. Il prezzo del gas naturale si mantiene alto (32 €/MWh), quasi tre volte quello USA, a causa della transizione verso GNL e fornitori extra-UE.

Il commento di Confindustria Udine

“Il principale vincolo alla crescita resta la bassa produttività – ha commentato il presidente di Confindustria Udine, Luigino Pozzo -. Per invertire questo trend bisogna investire in competenze tecniche, formazione di giovani e lavoratori, riqualificare i distretti industriali e le aree produttive, ammodernare logistica e servizi, rendere i territori più attrattivi con housing sociale, welfare diffuso, trasporti efficienti e spazi di qualità. È indispensabile triplicare gli investimenti in ricerca e sviluppo, avvicinandoli al 3% del PIL, puntare su innovazione e tecnologia, garantire energia sostenibile a costi accessibili, ridurre il costo del lavoro e potenziare infrastrutture materiali e immateriali.”