Troppi rifiuti abbandonati, allarme incivili sulle autostrade del Friuli

Rifiuti in autostrada. Foro Petrussi

Crescono gli scarti indifferenziati nelle aree di sosta e nelle scarpate.

Aumenta la quantità di spazzatura abbandonati nelle autostrade del Friuli. Infatti, nel bilancio di Autovie Venete la voce “raccolta rifiuti” incide per 1milione di euro al triennio. Dal 2017 al 2019,  i quantitativi di scarti indifferenziati conferiti nei cestini o abbandonati nelle aree di sosta o gettati nelle scarpate sono aumentati a dismisura. Si passa dalle 311 tonnellate nel 2017, alle 321 nel 2018 e, infine, alle 357 nel 2019.

Un fenomeno che si accentua particolarmente nel fine settimana o durante gli esodi. Nel 2019, per far fronte alla problematica, la Concessionaria autostradale ha implementato il servizio. Infatti, sono due gli interventi di raccolta settimanali in A4 Venezia Est-Portogruaro, in A57, in A28 e in A34 e uno sulle restanti tratte. Nel periodo estivo i giri di raccolta sono stati incrementati a 2 su tutta la rete per salire addirittura a 3.

Tradotto in costi, il servizio “pesa” nella casse di Autovie Venete per circa 800mila euro in un triennio. A questi si aggiungono ulteriori 200mila euro all’anno per la pulizia di tutte le scarpate autostradali. Le tipologie di rifiuti sono le più diverse, da quelli urbani, ai materiali ingombranti depositati da ditte private. Le tratte autostradali più critiche sono la A28 (nodo di Portogruaro – Conegliano) e la A34 (Villesse – Gorizia), entrambe “crocevia” dei pendolari.

La terza è la A4 dove il costante aumento del traffico pesante ha incrementato il fenomeno degli autotrasportatori dell’Est che si fermano per rispettare l’obbligatorio periodo di pausa dalla guida. Qui gli autisti mangiano, dormono, si lavano. Infatti, nell’area di Roncade e nel parcheggio scambiatore di Venezia Est, dove c’è un continuo via vai di autocarri, pulmann di turisti e furgoni dell’est Europa, si trovano sempre cumuli di immondizie. Per attenuare il fenomeno, due sono le azioni da mettere in campo. Incrementare la sorveglianza e cercare di  sensibilizzare le persone nei confronti dell’ambiente, ricordando che è un patrimonio di tutti.


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