In Fvg l’aumento dei reati contro i bambini è di molto superiore alla media nazionale.
Il Friuli Venezia Giulia registra un aumento preoccupante dei reati commessi contro i bambini. Secondo i dati diffusi dalla Fondazione Terre des Hommes e elaborati dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale, nel 2024 sono stati 215 i crimini segnalati in regione, con un incremento del 30% rispetto all’anno precedente, molto superiore alla media nazionale, che segna invece un aumento del 4%.
Reati digitali e violenza domestica
A preoccupare maggiormente sono i crimini connessi al mondo digitale: la detenzione di materiale pedopornografico e la pornografia minorile online mostrano una crescita significativa in termini percentuali. Tuttavia, in termini assoluti, i reati più frequenti continuano a essere quelli che avvengono tra le mura domestiche. I maltrattamenti in famiglia superano la soglia dei 100 casi nel 2024, con un aumento di oltre il 60% rispetto all’anno precedente, confermando che la violenza contro i minori non riguarda solo il mondo virtuale, ma rimane radicata nei contesti più vicini alle vittime.
Bambine e ragazze le principali vittime
Il fenomeno colpisce in maniera sproporzionata le bambine e le ragazze, che rappresentano il 72% del totale dei minorenni coinvolti. Nei reati a sfondo sessuale la differenza è ancora più evidente: il 90% dei casi di violenza sessuale aggravata riguarda ragazze, mentre nelle 24 violenze sessuali denunciate lo scorso anno in Friuli Venezia Giulia le vittime sono state tutte femminili.
Un segnale di fragilità sociale
Secondo Terre des Hommes, questi dati riflettono una maggiore fragilità del tessuto sociale e un ritorno di modelli culturali patriarcali che alimentano la violenza di genere e quella sui minori. “Non possiamo più rimanere a guardare. Servono azioni rapide, concertate e integrate, che agiscano in maniera organica sia sugli aspetti culturali che su quelli normativi di contrasto alla violenza e alla violenza di genere – dice Paolo Ferrara, direttore della Fondazione -. A chiedercelo sono soprattutto loro, le vittime di questa ondata di violenza che rischia di diventare, sempre di più, un’epidemia”.