Bonus vacanze, le regole per richiederlo. Ma in Fvg non tutti gli albergatori lo accettano

Foto di csepregiphotography (IG)

Il bonus vacanze in Fvg.

È uno strumento che, almeno sulla carta, può assicurare ottimi riscontri tanto ai turisti, quanto agli albergatori. Dal 1° luglio è disponibile il Bonus vacanze, misura inserita nel Decreto rilancio. Ma quanto sta funzionando in Friuli?

Cominciamo col dire che ad aver diritto all’agevolazione sono le famiglie con Isee fino a 40.000 euro. Per calcolare l’Indicatore serve la Dichiarazione sostitutiva unica, che contiene i dati anagrafici, reddituali e patrimoniali di un nucleo familiare e ha validità dal momento della presentazione e fino al 31 dicembre successivo. Se in possesso dei requisiti, il bonus spazia da 150 euro per un nucleo composto da una sola persona, ai 300 per le famiglie di due persone, fino ai 500 per i nuclei da tre persone in su.

La misura, valida fino al 31 dicembre 2020, è erogata soltanto in forma digitale. Si può richiedere soltanto tramite l’app IO, scaricabile gratuitamente, ed è necessario che i componenti del nucleo familiare siano in possesso di identità digitale SPID o CIE 3.0. Il vantaggio sarà identificato da un codice univoco, al quale sarà associato un QR Code da comunicare all’albergatore. Il bonus può essere utilizzato soltanto in una struttura ricettiva in Italia – albergo, campeggio, villaggio turistico, agriturismo, bed & breakfast. Consente l’80% di sconto immediato, per il pagamento dei servizi prestati dall’albergatore, e per il 20% scaricato come detrazione di imposta in dichiarazione dei redditi. Al termine del soggiorno, infatti, al fruitore sarà erogata una fattura.

Lo sconto applicato come “Bonus vacanze” sarà rimborsato all’albergatore sotto forma di credito d’imposta utilizzabile, senza limiti di importo in compensazione, o cedibile anche a istituti di credito. I gestori possono accettare o meno i buoni vacanza, aderendo all’iniziativa. Come sta andando in Friuli?

Non sono, finora, moltissime le strutture che accettano questa formula – spiega Paola Schneider, presidente di Federalberghi Fvg -. Tanti stanno cercando di capire come andranno le prenotazioni per questa estate, senza ricorrere a questo strumento. Vale tanto per le località balneari, quanto per la montagna. In città è diverso, visto che si tratta spesso di alberghi che lavorano con il settore business o gli eventi”. Insomma, un mezzo flop? “Non direi, ma nemmeno una misura accolta con grandissimo entusiasmo – prosegue Schneider -. È uno strumento più utile ai grandi alberghi. Il fatto che per la categoria il beneficio sia la detrazione sulle imposte spinge molti a fare due calcoli, decidendo se aderire o meno. Altri – conclude la presidente di Federalberghi Fvg – preferiscono contare su liquidità immediata“.

A Lignano, però, il quadro sembra diverso. A riferirlo è Enrico Guerin, albergatore e presidente mandamentale di Confcommercio. “La stragrande maggioranza dei colleghi che ho sentito aderisce al Bonus Vacanze – sottolinea -. Nel mio hotel, ora, circa il 25% delle camere occupate è stato “venduto” con questa formula”. Da un suo “giro di consultazioni” con gli altri proprietari di hotel, emerge che praticamente tutti abbiano deciso di accettare i buoni “anche se qualcuno pone condizioni in termini di notti di pernottamento o di spesa. Grazie a questo strumento, il mercato si è mosso”.

E tra i clienti? “L’entusiasmo è altissimo – confida Guerin – e in molti caso il bonus viene utilizzato per vacanze al limite della capienza, fino a 500 euro. Addirittura, chi aveva prenotato lo scorso inverno ha confermato, ma chiedendo di usufruire di questa opportunità“. C’è, però, anche il rovescio della medaglia: “Siamo costretti a emettere fattura elettronica – conclude Guerin – ed è un’operazione piuttosto macchinosa, che può richiedere anche oltre 20 minuti”.