Green Pass, vaccino obbligatorio e terza dose: cosa cambierà e come si sta preparando il Fvg

La discussione sui vaccini in Fvg.

L’obiettivo principale è quello di evitare nuove chiusure a partire dall’autunno. Per questo motivo il governo sta lavorando al nuovo decreto per contrastare la diffusione del virus Covid-19. Tra le principali novità ci sarà l’introduzione dell’obbligo del green pass per i dipendenti statali, per gestori di palestre, piscine, per ristoratori e per chi si occupa di trasporti. Una scelta verso cui non ha chiuso la porta il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, nel corso del festival di giornalismo Link di Trieste. “In certe attività, come ad esempio il trasporto pubblico locale, eseguire i controlli sarebbe impossibile. Bisogna usare la razionalità e il buon senso”, ha affermato.

Il nuovo decreto.

Per il nuovo decreto sembra, comunque, questione di ore. Dovrebbe entrare in vigore già i primi di ottobre in modo da dare la possibilità a chi non è vaccinato di poter fare almeno la prima dose e ottenere il certificato verde. Se il provvedimento sarà approvato, coloro che lavorano i dipendenti pubblici avranno l’obbligo del green pass già dal 27 settembre o al massimo il 4 ottobre.

L’obbligo per i lavoratori.

Nei bar e ristoranti al chiuso, piscine, palestre, navi, treni e aerei l’estensione della necessità del certificato verde anche per i gestori e lavoratori è ormai confermata. Sul fronte scuola, per adesso l’obbligo è rivolto a tutto il personale, ai docenti e agli universitari. Resta aperto il dibattito per la situazione negli autobus, tram e metropolitane, a causa di quelle che possono essere le difficoltà logistiche.

Verso la terza dose.

Sulla terza dose anche il Fvg, come tutte le regioni italiane, è allertato. Ai soggetti più fragili la somministrazione potrebbe avvenire già entro settembre. “Il vaccino funziona soprattutto contro la malattia grave e nel ridurre drasticamente i contagi – ha aggiunto Fedriga – di conseguenza salva anche tutte quelle persone, come i malati oncologici, che se trovassero gli ospedali pieni non avrebbero risposta alle loro residente sanitarie“.

Per la terza dose sarà poi il turno degli anziani delle Rsa, degli ultraottantenni e infine del personale sanitario. Resta aperto il fronte sull’obbligatorietà vaccinale. Fedriga non è molto convinto. “Da profondamente convinto pro-vaccino, penso che se pure la nostra parte sia radicalizzata, invece di informare e accompagnare i cittadini, il rischio è di creare delle distorsioni“, ha spiegato il governatore.

La situazione del Friuli.

Il discorso dell’obbligo dei vaccini a livello nazionale, porta Fedriga sulla situazione nel Friuli Venezia Giulia, dove il 30% degli abitanti non si è vaccinato. Per il governatore l’ostacolo principale è la paura: “I no-vax sono una minoranza. I timori vanno sconfitti stanando le falsità e rassicurando i cittadini con le verità della scienza”. Fedriga poi rassicura che per la regione diverse sono le misure che si stanno mettendo in campo per scongiurare eventuali chiusure. “A livello nazionale abbiamo stretto un accordo per abbassare il costo dei tamponi a 15 euro, 8 per i minorenni – conclude il governatore -. Nell’ultimo assestamento regionale abbiamo anche previsto risorse aggiuntive, per i tamponi a 5 euro per i minori nonché gratuiti per chi non può vaccinarsi, in base a certificazione medica”.