I friulani che si curano fuori regione sono più dei pazienti che arrivano

I dati sulla mobilità sanitaria.

Nel corso del 2021, il Friuli Venezia Giulia ha registrato un saldo negativo minimo nella mobilità sanitaria. Secondo i dati analizzati dalla Fondazione Gimbe il saldo tra mobilità attiva, ovvero l’attrazione di pazienti provenienti da altre Regioni, e quella passiva, cioè la “migrazione” dei pazienti dalla Regione di residenza, è di -7,6 milioni di euro.

La regione si posiziona al 12° posto per i crediti, con un totale di 86,6 milioni di euro, mentre per i debiti occupa la 16a posizione, con un ammontare di 94,2 milioni di euro. Un elemento significativo analizzato da Gimbe riguarda il volume dell’erogazione di ricoveri e prestazioni specialistiche da parte delle strutture private. Questo aspetto è considerato un indicatore della presenza e della capacità attrattiva delle strutture private accreditate. In questo contesto, la Regione Friuli Venezia Giulia si colloca in 15a posizione, con le strutture private che contribuiscono al 24,7% del valore totale della mobilità sanitaria attiva regionale. Un valore è significativamente al di sotto della media nazionale, che si attesta al 54,7%. Questo indica una minore propensione dei cittadini friulani a rivolgersi alle strutture private per le proprie esigenze sanitarie rispetto al resto del Paese.

In Italia.

Nel 2021, la mobilità sanitaria interregionale in Italia ha raggiunto un valore di € 4,25 miliardi, cifra nettamente superiore a quella del 2020 (€ 3,33 miliardi), con saldi estremamente variabili tra le Regioni del Nord e quelle del Sud. Il saldo è la differenza Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto – Regioni capofila dell’autonomia differenziata – raccolgono il 93,3% del saldo attivo, mentre il 76,9% del saldo passivo si concentra in Calabria, Campania, Sicilia, Lazio, Puglia e Abruzzo.

Oltre 1 euro su 2 speso per ricoveri e prestazioni specialistiche finisce nelle casse del privato: esattamente € 1.727,5 milioni (54,6%), rispetto a € 1.433,4 milioni (45,4%) delle strutture pubbliche. In particolare, per i ricoveri ordinari e in day hospital le strutture private hanno incassato € 1.426,2 milioni, mentre quelle pubbliche € 1.132,8 milioni. Per le prestazioni di specialistica ambulatoriale in mobilità, il valore erogato dal privato è di € 301,3 milioni, quello pubblico di € 300,6 milioni. “Il volume dell’erogazione di ricoveri e prestazioni specialistiche da parte di strutture private – spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – varia notevolmente tra le Regioni ed è un indicatore della presenza e della capacità attrattiva delle strutture private accreditate, oltre che dell’indebolimento di quelle pubbliche”. Infatti, accanto a Regioni dove la sanità privata eroga oltre il 60% del valore totale della mobilità attiva – Molise (90,5%), Puglia (73,1%), Lombardia (71,2%) e Lazio (64,1%) – ci sono Regioni dove le strutture private erogano meno del 20% del valore totale della mobilità: Valle D’Aosta (19,1%), Umbria (17,6%), Sardegna (16,4%), Liguria (10%), Provincia autonoma di Bolzano (9,7%) e Basilicata (8,6%).