Il Friuli piange Sepúlveda, grande protagonista dei saloni letterari della regione

Aveva vinto il Premio Hemingway a Lignano Sabbiadoro.

Il coronavirus non sembra dare tregua e si è portato via anche Luis Sepúlveda. Lo scrittore cileno è morto questa mattina a Oviedo, lottava dal momento del ricovero avvenuto a fine febbraio.

Era stato in Friuli molte volte, aveva vinto il Premio Hemingway a Lignano Sabbiadoro nel 2016, a Percoto ospite della famiglia Nonino, a Pordenone del festival Dedica e di due edizioni di Pordenonelegge. Quest’ultima città gli aveva conferito perfino il sigillo, dopo averlo ospitato per un periodo di ricovero all’ospedale a seguito di una polmonite.

Anche i non lettori se lo ricorderanno con tenerezza per “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” pubblicato nel 1996, il cui successo è dovuto anche all’uscita della fortunata pellicola d’animazione di Enzo D’Alò “La gabbianella e il gatto”, nel 1998. Ma ancora, “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” pubblicato in Italia nel 1993 o “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa”l’ultima favola del 2018.

Uno dei grandi del Novecento, che con la letteratura diceva di aver scelto di “dar voce a chi non ha voce”, Sepúlveda era anche da sempre impegnato politicamente, tanto da essersi meritato il soprannome di “Lucho”. Da giovane entrò a far parte del Partito Socialista cileno e in seguito al colpo di stato militare di Augusto Pinochet, fu arrestato e torturato per sette mesi, in quanto parte della guardia personale di Allende. Lasciò il Cile nel 1977 e visse per diversi mesi in Brasile, Paraguay e Nicaragua. Nel 1978 si era trasferito in Europa, andando a vivere ad Amburgo, in Germania, mentre dal 1996 viveva a Gijón, nelle Asturie, in Spagna.

Lo scorso 4 ottobre aveva compiuto 70 anni e li aveva festeggiati a Milano in un evento organizzato dalla sua casa editrice italiana, Guanda. L’Italia era un paese fortunato per lui, qui le sue opere hanno superato gli otto milioni di copie vendute. Vincitore, come già anticipato, del Premio Hemingway per la Letteratura a Lignano, ma anche del Premio Chiara alla carriera e insignito di una Laurea honoris causa in Lettere dall’Università di Urbino.

Abbiamo il dovere di ricordarci della sua vita – si legge in una nota della Fondazione Pordenonelegge -, esemplare e avventurosa, la vita di un viaggiatore appassionato, che scopriva il mondo a ogni nuova tappa con la curiosità e lo sguardo innocente di un ragazzo”. “La sua statura umana si è riverberata nelle sue opere – chiosa il sindaco di Lignano Luca Fanotto -, ha narrato per noi le vicissitudini dei popoli oppressi, si è schierato per le cause dell’emancipazione e dell’ecologia”.

Per tutto il tempo – lungo o breve, non importa, perché la vita si misura dall’intensità con cui si vive“, spiegava l’autore in una delle sue favole. Ed è li che lo potremo ritrovare, tra le sue pagine tanto affezionate, ancora per molto, moltissimo tempo.