Ordinanza caldo in Fvg: le regole e le sanzioni per chi trasgredisce

Le regole e le sanzioni previste dall’ordinanza caldo in Fvg.

Temperature troppo elevate per lavorare in sicurezza sotto il sole: è questa la motivazione alla base dell’ordinanza caldo contingibile e urgente firmata dal presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che impone, dal 3 luglio al 15 settembre 2025, la sospensione delle attività lavorative all’aperto durante le ore più calde della giornata, dalle 12:30 alle 16:00, nei settori maggiormente esposti: agricoltura, florovivaismo, edilizia, cantieri stradali e cave.

Una decisione, si legge nel testo dell’ordinanza “necessaria per tutelare la salute pubblica e prevenire casi di stress termico, colpi di calore e potenziali effetti letali per i lavoratori esposti a radiazioni solari”.

Chi sono i lavoratori coinvolti

I soggetti interessati dal provvedimento sono migliaia, impegnati nello svolgimento di attività nel settore agricolo e florovivaistico, nonché nei cantieri edili e stradali e nelle cave, qualora, “nonostante l’adozione di specifiche misure di prevenzione, come previste dalle Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare”.

Le mappe e il bollettino Worklimate

Il blocco delle attività non è generalizzato, ma sarà attivato solo nei giorni in cui la piattaforma “Worklimate” segnali un livello di rischio “alto” per i lavoratori esposti al sole in attività fisica intensa. Il riferimento è al progetto INAIL-CNR che, tramite un sistema di mappe interattive, fornisce previsioni puntuali sul rischio da calore per i lavoratori.

Il divieto è infatti limitato ai soli giorni in cui la mappa del rischio indicata sul sito https://www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta/ riferita a: «lavoratori esposti al sole» con «attività fisica intensa» ore 12:00, segnali un livello di rischio «ALTO» e, più specificatamente, sul sito https://app.worklimate.it/ordinanza-caldo-lavoro, dove si può selezionare anche il comune.

Le eccezioni: pubblica utilità e misure mitiganti

L’ordinanza esclude esplicitamente le Pubbliche Amministrazioni, i concessionari di servizi pubblici e i loro appaltatori, a condizione che si tratti di interventi di pubblica utilità e che siano adottate misure di sicurezza adeguate, secondo quanto previsto dal D.Lgs. 81/2008 e dalle recenti Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare, approvate dalla Conferenza delle Regioni il 19 giugno.

Queste linee raccomandano di limitare l’attività nelle ore più calde, di adottare un abbigliamento leggero e traspirante, di garantire l’accesso costante ad acqua fresca e pause in aree ombreggiate o climatizzate, di sensibilizzare e formare i lavoratori sugli effetti delle alte temperature, e di evitare situazioni lavorative isolate, anche in ambienti chiusi se non sufficientemente aerati.

Rischi e sanzioni

Per chi non rispetta il divieto, scatta l’applicazione dell’articolo 650 del Codice penale, con la possibilità di arresto fino a tre mesi o una multa fino a 206 euro, salvo che il fatto non costituisca reato più grave. Un richiamo importante per i datori di lavoro, che devono monitorare quotidianamente la mappa del rischio e regolarsi di conseguenza.