Concessioni balneari in scadenza, preoccupati gli operatori in Fvg

L’estensione delle concessioni al 2033 in Fvg.

Da un lato le concessioni demaniali di stabilimenti balneari e marine a privati e società partecipate scadranno alla fine di quest’anno. Dall’altro, l’estensione delle concessioni stesse fino al 2033 è stata dichiarata in contrasto con il diritto comunitario e con il regime della libera concorrenza. Resta quindi alta la preoccupazione da parte dei gestori nel ritrovarsi fuori dalla partita ben prima dell’inizio della prossima gestione.

Ecco perché è prontamente arrivata la rassicurazione nei confronti dei concessionari delle aree demaniali del Friuli Venezia Giulia da parte dell’assessore al Patrimonio e Demanio, Sebastiano Callari, con anche la conferma dell’attenzione e dell’impegno della Regione in attesa di una soluzione definitiva del problema da parte del Governo.

Callari, raccogliendo le preoccupazioni ribadite dagli operatori, ha ricordato che “anche la nostra Regione ha sottoscritto l’ordine del giorno della Commissione demanio della Conferenza delle Regioni, con il quale si è inteso sollecitare il Governo ad adottare atti risolutivi per garantire la proroga delle concessioni demaniali al 2033“.

Altra pegola che pende sui concessionari è l’impugnazione della legge regionale con la quale il Fvg “aveva introdotto – ha proseguito l’assessore – la possibilità di prorogare la scadenza delle concessioni con un meccanismo di semplificazione amministrativa, ritenendo che la Regione, in virtù dello Statuto di autonomia, potesse deliberare in materia amministrativa. La materia delle concessioni demaniali rientra in questa sfera – ha aggiunto Callari – in quanto i concessionari versano il loro canone alla Regione”.

A tale proposito, Callari ha anche ricordato che “il Friuli Venezia Giulia ha già proposto un emendamento alla norma nazionale in materia, per consentire direttamente all’Agenzia delle entrate di provvedere alla registrazione degli atti di concessione su istanza del concessionario e a fronte del pagamento del canone. Una soluzione – ha precisato – che consentirà ai funzionari degli enti locali competenti di essere sollevati dal rischio di dover avvallare atti che avrebbero potuto essere dichiarati illegittimi e che è orientata a far giungere a una soluzione rapida una questione delicata e urgente, volta a scongiurare la paralisi dell’attività sulle nostre spiagge e nei marina”.

In tutto questo ci si mette anche la pandemia, che potrebbe diventare, però, l’ancora di salvezza per uscire dall’impasse. “Una soluzione – ha detto ancora Callari – che si fonda sulla considerazione dello stato di difficoltà e crisi del sistema economico rivierasco provocata dalla pandemia; una condizione derivata dall’emergenza, che purtroppo si sta protraendo per l’intero 2020, e che rischia di estendersi almeno a parte del prossimo anno, proprio quando le attività dovrebbero riprendere la loro operatività stagionale e che considera – ha concluso l’assessore – una sentenza della Corte di giustizia europea, che ha previsto la possibilità per gli Stati membri di agire in deroga all’applicazione della direttiva Bolkestein in casi eccezionali, per assicurare l’ordine e la salute pubblica: una condizione che si sta verificando in questo momento di emergenza globale causata dalla pandemia”.