Caso Regeni, stop all’invio di armi dai porti del Fvg all’Egitto

Il Consiglio regionale unanime sullo stop all’invio di armi dal Fvg.

Stop all’invio di armi e di qualsiasi fornitura militare dai porti del Fvg, e in particolare da Trieste, all’Egitto e ai Paesi che violano i diritti umani.

Lo ha deciso il Consiglio regionale che ha approvato all’unanimità una mozione proposta dal consigliere Furio Honsell (Open Fvg), e redatta in collaborazione con il Tavolo della Pace, che è collegata alla vicenda dell’omicidio di Giulio Regeni, ricercatore friulano torturato e ucciso nel Paese nordafricano.

“Riteniamo inaccettabile che il volume di vendite di armi all’Egitto dal porto di Trieste sia aumentato, soprattutto dopo che il governo egiziano ha ostacolato le indagini sulla uccisione per tortura del ricercatore Giulio Regeni della quale erano accusate le forze di  polizia egiziane – ha commentato Honsell -. Riteniamo inaccettabile che armamenti per il valore di quasi  2 miliardi di euro siano stati venduti dall’Italia all’Egitto nei soli  anni 2020 e 2021. Riteniamo altresì molto grave che un’azienda  presente nella nostra regione risultasse nel 2021 tra i partner  prioritari nella fiera degli armamenti EDex che si svolge ogni due  anni in Egitto”.

“Buona parte  dei sistemi d’arma sono partiti dal Porto franco internazionale di Trieste – ha detto Alessandro Capuzzo dell’Associazione Tavolo della Pace -, cosa inaccettabile per il Movimento pacifista, che riconosce lo status disarmato e neutrale discendente  per Trieste dal Trattato di Pace e dalla Risoluzione 16 del Consiglio  di Sicurezza, mai abrogato dalle Nazioni Unite”.