Cui che al sa il furlan, al sa di plui. Ecco perché è importante insegnare il friulano ai giovani

L'assessore regionale Pierpaolo Roberti con il direttore dell'Arlef, William Cisilino, e la testimonial della campagna, Caterina Tomasulo (in arte, Catine)

La nuova campagna dell’Arlef.

Si chiama ‘Cui che al sa il furlan, al sa di plui‘, ed è la nuova campagna di comunicazione integrata realizzata dall’ARLeF Agenzia regionale per la lingua friulana che prenderà il via domani, 18 ottobre.

Tramandare la lingua friulana, diffonderne l’uso, è un dovere etico, morale ed istituzionale. Un tempo il friulano era considerato un elemento non riconosciuto dal punto di vista culturale e questo ha indebolito l’identità sul territorio – ha commentato l’assessore regionale alle Autonomie locali con delega alle lingue minoritarie, Pierpaolo Roberti, in occasione della conferenza stampa di presentazione – . Oggi la situazione è diversa e campagne come quella odierna, aiutano a supportare l’uso della lingua e rafforzano il Friuli Venezia Giulia come Regione a Statuto speciale. Il nostro territorio racchiude molteplici diversità, ambientali, culturali, linguistiche; maggiormente le valorizziamo e più ci rafforziamo”.

Alla campagna comunicativa, articolata su carta stampata, tv, radio e web, si affianca un’importante pianificazione sui social media, per cinque settimane. La strategia di comunicazione è stata studiata per far crescere la consapevolezza che il friulano rappresenta una risorsa per l’educazione linguistica.

“Cui che al sa il furlan, al sa di plui” è il messaggio affidato a Catine (Caterina Tomasulo) e declinato in spot tv, spot radiofonico, pagine su stampa cartacea e comunicazione web e social. Il messaggio vuole sottolineare come parlare il friulano ai propri figli e nipoti, fin da piccoli, regala loro un prezioso bagaglio di vantaggi cognitivi, culturali e sociali.

La campagna in difesa del Friulano.

L’iniziativa presentata oggi nella sede della Regione Friuli Venezia Giulia, a Udine, ha visto la partecipazione del direttore dell’Arlef, William Cisilino, della testimonial della campagna, Caterina Tomasulo (in arte, Catine) e gli interventi del presidente dell’Ente Friuli nel mondo, Loris Basso e del presidente di Arlef Eros Cisilino.

“L’Amministrazione regionale continua a sostenere l’uso del friulano considerato come un valore aggiunto dal punto di vista identitario e culturale da non disperdere – ha indicato Roberti”. Ma quella di oggi secondo l’esponente della Giunta Fedriga è soprattutto “un’operazione da leggere come difesa del nostro Statuto di autonomia che oggi, cadute le ragioni storiche per le quali l’autonomia è stata concessa, vede nelle lingue minoritarie l’unico elemento per difendere la nostra specialità”.

Nel ribadire l’importanza di proseguire con azioni mirate a salvaguardare e promuovere le lingue presenti sul territorio, l’assessore regionale ha ricordato il piano generale di politica linguistica approvato nel 2021 e di durata quinquennale “che ha segnato il passo rispetto a quanto fatto in precedenza, grazie alle indicazioni precise sulle attività da portare avanti; azioni che richiedono una prospettiva lunga e che potranno avere la continuità necessaria lungo tutto l’arco della legislatura“.

A spiegare la campagna è stato il direttore dell’Agenzia, William Cisilino che ne ha sottolineato la finalità ovvero quella di sensibilizzare i genitori e i nonni a parlare il friulano con i propri figli e nipoti. I vantaggi di un’educazione plurilingue, secondo Cisilino, sono molteplici e a darcene conto è anche la ricerca scientifica. Chi cresce parlando più lingue ha maggiore facilità a impararne altre, in primis l’inglese ma è pure dotato di maggiori capacità logico-matematiche, maggiore creatività e apertura al mondo.