Una raccolta fondi per pagare l’operazione al cervello.
Emiliana Patrizia Caccavale, “Emy” per gli amici, ha 44 anni, risiede a Saludecio, nel riminese, assieme al compagno Giuseppe Palmese, con il quale da quasi trent’anni condivide il suo percorso di vita. Un percorso che, tra alti e bassi, è simile a quello di molte coppie, ma che, nel 2020, subisce una brusca battuta d’arresto; inizia infatti per la coppia un calvario fatto di visite estenuanti, diagnosi infauste, operazioni al limite del rischio vita, tutt’altro che terminato.
A Emy viene diagnosticato un Glioblastoma al quarto grado, un tumore parecchio aggressivo al cervello che interessa il lobo fronto-temporale sinistro. Fino a quel momento, Emy e Giuseppe lavoravano assieme al loro progetto “The good of Italy”, una realtà creata ad hoc per l’esportazione di prodotti tipici italiani all’estero con il loro furgone. Una sorta di porta a porta, dove i produttori artigianali riuscivano, grazie alla coppia, a fare conoscere le loro prelibatezze anche al di fuori della nostra nazione.
Ed è proprio in uno di dei loro primi viaggi, che Emy e Giuseppe passano attraverso la nostra regione, si fermano prima a Udine, poi a Gemona, poi a Tarvisio e in moltissimi altri paesi del medio – alto Friuli. Iniziano a sentire questa regione un po’ come la loro seconda casa, tra amicizie e collaborazioni lavorative, come spiega Giuseppe, compagno di Emy.
“Fin dalle prime volte in cui ci fermavamo a fare qualche consegna anche in Friuli, abbiamo instaurato da subito un legame molto forte con le persone, quasi come fossimo da sempre stati amici, un territorio che ad oggi sentiamo ancora nostro, che ci ha dato tanto, soprattutto a livello emotivo e amicale, un posto incantato che alla mia Emy manca in modo particolare”, afferma con voce straziante Giuseppe.
Già, perché questo sogno che stava iniziando a dare i frutti sperati e grandi soddisfazioni, viene interrotto bruscamente dalla malattia di Emy, che inizia a manifestare i primi sintomi cinque anni fa. “È stata operata due volte al cervello, la prima volta a Napoli nel 2021, la seconda nel 2023 al Bufalini di Cesena, ma in questo secondo caso non era stato possibile arginare del tutto la situazione per la mancanza di strumentazione diagnostica avanzata come la Risonanza magnetica intraoperatoria (IMRI), che permette di osservare le immagini del cervello e l’ avanzamento dell’ asportazione del tumore proprio durante il corso dell’ operazione. Nonostante la competenza di entrambe le equipe mediche, quindi, il tumore aveva lasciato dei residui” afferma Giuseppe.
L’ultima operazione, la più complessa, è stata effettuata soli tre giorni fa all’ospedale INI (International Neuroscience Institute) di Hannover, in Germania, ma non è stato in alcun modo possibile accedervi tramite sanità pubblica, per le lunghe tempistiche e, soprattutto, per la gravità della situazione.
“Siamo stati costretti a ricorrere ad una clinica privata, ci siamo affidati ad una delle cliniche neurochirurgiche migliori al mondo, non ci è stato possibile aspettare le tempistiche pubbliche, perché Emy avrebbe rischiato di non essere più qui” continua il compagno. La sanità privata, però, ha costi molto alti, e Giuseppe ed Emy hanno già prosciugato tutti i loro risparmi per riuscire a sconfiggere questo “mostro”.
Con comprensibile imbarazzo, ma grande determinazione, Giuseppe ha aperto una raccolta fondi sulla piattaforma GoFoundMe, che in sole due settimane ha raccolto più di 30 mila euro, a fronte degli 80 mila da raggiungere. Già, proprio 80 mila euro, il costo del tentativo di salvare la vita a Emy.
Le donazioni in attivo sono già molte, chi ha conosciuto la coppia non ha esitato a dare un contributo a seconda delle personali possibilità, ma anche gran parte di persone che ha semplicemente empatizzato con questa situazione sta cercando di aiutare il più possibile due persone che hanno ancora tutto il loro futuro da riscrivere, augurandosi che questo, un giorno, possa essere soltanto un brutto ricordo.
“Per favore, aiutateci, Emy vuole semplicemente vivere, proprio come ognuno di noi, non vede l’ora di ritornare anche in Friuli, le mancano tanto le chiacchierate spensierate con quegli amici speciali. Se tutto andrà secondo i piani tra un paio di settimane verrà dimessa e la somma dovrà necessariamente essere estinta” conclude Giuseppe.
Riportiamo qui di seguito il link per accedere alla piattaforma per chi volesse contribuire.
https://www.gofundme.com/f/una-terza-operzione-al-cervello-per-continuare-a-vivere