Il pronto soccorso a Gemona non riapre, i Comitati: “Otto mesi senza, ora basta”

Il “no” alla riapertura del pronto soccorso a Gemona.

Delusione e amarezza. Questi i sentimenti dei Comitati di Gemona a fronte della risposta della Regione sulla mancata riapertura del Punto di primo intervento (Ppi) dell’ospedale San Michele.

Infatti all’interpellanza della consigliera Simona Liguori, è stato risposto che “il personale che insiste nel Punto di primo intervento, è occupato in attività correlate all’emergenza sanitaria“. Queste attività proseguiranno per il periodo estivo, a partire dalla campagna vaccinale. “La riapertura, quindi, sarà possibile non prima del termine di queste attività, anche al ripristino dell’organico”. I Comitati a difesa del presidio sanitario, però, non ci stanno. “Possibile – si interroga Claudio Polano, portavoce dei vari sodalizi – che la sanità regionale debba avere bisogno dell’esiguo numero di persone già operanti nel Ppi gemonese, lasciando nel contempo un territorio montano e pedemontano scoperto di questo importantissimo servizio? Quanto durerà la campagna vaccinale, visto che qualche virologo ipotizza una terza fase di vaccinazioni, per contrastare le varianti al virus?”.

Secondo i Comitati, le criticità non si esauriscono qui. “Forse qualcuno pensa che avere una o due ambulanze nel piazzale dell’Ospedale, quando non sono già impegnate altrove per chiamate o trasporto di pazienti in altri Ospedali, possa essere una sufficiente risposta ai bisogni sanitari della nostra popolazione, che è la più anziana della Regione e con il tasso di mortalità più elevato? – dice Polano -. Domande che la nostra gente si pone già dal 27 ottobre scorso, quando praticamente è stato chiuso il Ppi e quasi tutte le poche attività sanitarie svolte fino a quella data. Non siamo più disposti a subire passivamente questo arrogante stato di cose e perciò chiediamo alle forze politiche, sociali ed economiche, ai nostri politici, sindaci e amministratori comunali una forte ed univoca presa di posizione, per contrastare questa deriva della sanità del Gemonese. Prendano ad esempio virtuoso quello che hanno fatto ad esempio nella Collinare per il loro San Antonio, per far riaprire al più presto il Ppi e nel contempo ridare dignità a questo prezioso presidio ospedaliero. Ben venga a Gemona un reparto dedicato alla riabilitazione cardiologica e neurologica, ma a questo territorio in primis servono un vero Pronto Soccorso e un reparto di Medicina, per evitare che i pazienti vengano mandati in altri ospedali, con i relativi disagi sociali ed economici. Per fare ciò basterebbe trasformare l’attuale Dipartimento, aggiungendovi una ventina di posti letto per arrivare a 50, come ante Serracchiani. Una richiesta a costo zero, visto che attualmente sia a Tolmezzo che a San Daniele la somma dei posti letto di Medicina arriva a 140″.

“Il mantenimento della Chirurgia Day Surgery è un altro tassello indispensabile – concludono i Comitati -, per evitare inutili trasferte in altri Ospedali. Non ultimo, è necessario acquistare per la Radiologia gemonese una nuova Tac, visto che a Gemona è stata collocata quella vecchia di Tolmezzo, così come un nuovo mammografo di ultima generazione, per continuare in loco un prezioso servizio di prevenzione”.