Stop alla variante della ferrovia a Latisana, la stazione non sarà spostata

Lo stop alla variante per la circolazione dei treni a Latisana.

“Siamo molto soddisfatti per questa scelta, ma rimangono altri nodi da sciogliere”. Il commento è del consigliere regionale Cristian Sergo del Movimento 5 Stelle, “dopo avere letto l’avviso pubblico inerente l’avvio della procedura di valutazione di impatto ambientale del progetto di fattibilità tecnico-economica ‘Potenziamento della linea Venezia-Trieste. Posti di movimento e varianti di tracciato. PdM San Donà di Piave, PdM Fossalta di Portogruaro, variante Portogruaro e variante Isonzo’, pubblicato – fa sapere Sergo – il 10 gennaio scorso sul sito del ministero della Transizione ecologica“.

“È sicuramente positivo che, dopo le interlocuzioni avute con Rfi, le nostre interrogazioni, le mozioni, le nostre richieste di audizione in Commissione consiliare, i tecnici – evidenzia il pentastellato – si siano convinti che distruggere un tessuto sociale, allontanare una stazione ferroviaria dal centro storico, recuperare pochissimi secondi nel tragitto a fronte di 233 milioni di euro di costi (presunti), non fosse un’azione sostenibile e in linea con la transizione ecologica necessaria a questo Paese”.

“Purtroppo, come spesso accade, ad avvisare i cittadini del Friuli Venezia Giulia dell’avvio di questa procedura è il Movimento 5 Stelle e non la Giunta regionale, a cui con un’interrogazione chiederemo conto nella seduta d’Aula di domani, giovedì 13 gennaio, visto che nella conferenza stampa con Trenitalia non se n’è nemmeno fatto cenno nonostante il gestore del servizio ferroviario risulti il principale interessato all’opera. Ma capiamo l’imbarazzo del presidente Massimiliano Fedriga – attacca Sergo -, considerato che appena il 6 settembre scorso auspicava imminenti lavori di velocizzazione a Latisana e sul Carso. Il progetto prevede la sola realizzazione della variante sul fiume Isonzo con il nuovo ponte e le interferenze con le strade sostituiti da viadotti e sottopassi, a cui porremo come sempre tutta l’attenzione necessaria affinché i cittadini del posto siano tutelati“.

“Ci sono però due note stonate – spiega la nota pentastellata – nella procedura avviata ieri. Innanzitutto non è stato pubblicato il calcolo sommario della spesa, benché prodotto da Rfi ma ritenuto riservato. Questo rende abbastanza difficile poter esprimere un parere su un’opera di cui non si conoscono i preventivi di spesa, dovendo fare le valutazioni sull’analisi costi benefici della stessa. Idem dicasi dello studio trasportistico che non c’è, non facendo capire ai cittadini perché l’opera sia necessaria, quali saranno i suoi benefici sia in termini di tempi di percorrenza ridotti, sia in termini di capacità di ulteriori treni che potranno percorrere la tratta con le migliorie”.

La seconda preoccupazione è che rimane in piedi l’idea della variante Ronchi-Aurisina e quindi le nuove gallerie nel Carso. Ci abbiamo messo 5 anni per far capire a Rfi che la variante di Latisana non serve, e non molleremo fino a quando non capirà di dover accantonare una volta per sempre anche i 20 chilometri di gallerie e trincee” chiude Sergo.