Cammini religiosi, natura e bici, così Rosazzo diventa il modello del turismo slow

Il convegno sul Progetto Manzano.

Integrare la tradizionale vocazione agricola di Rosazzo con l’offerta turistica. Un’opportunità alla quale Manzano sta lavorando per offrire una nuova prospettiva di crescita per la zona, capace di attrarre investitori e valorizzare il territorio. Del percorso iniziato e sostenuto dal Comune si è fatto il punto, questa mattina, durante il convegno “Progetto Rosazzo: una proposta di crescita e valorizzazione del territorio”, che si è svolto proprio nella suggestiva cornice dell’omonima abbazia.

Si è partiti con il censimento del patrimonio edilizio esistente, dismesso o abbandonato, della zona di Rosazzo, che potrebbe essere riconvertito in questa nuova logica. Un’idea di turismo slow, molto contemporanea e sempre più ricercata, in cui sviluppare e collegare i sentieri naturalistici, i cammini religiosi, i percorsi ciclabili e i punti panoramici.

“Un progetto ambizioso – come ha ricordato l’assessore all’Urbanistica Valmore Venturini, tra i principali promotori – in cui è importante trovate le necessarie sinergie per mettere attorno al tavolo i vari soggetti interessati, per i quali facciano capofila il Comune, la Regione, l’Università, l’Arcidiocesi e il Consorzio dei Colli orientali”. “Le potenzialità di crescita del nostro territorio sono alte e, nonostante il difficile periodo, i numeri del Friuli Venezia Giulia rilevano un incremento del comparto turistico regionale maggiore della media nazionale”, ha risposto l’assessore regionale alle Attività produttive e Turismo Sergio Emidio Bini, aggiungendo come “una delle priorità dell’amministrazione regionale è sicuramente quella di valorizzare il nostro entroterra nel quale insiste anche la zona di Rosazzo con la sua abbazia”.

Durante il convegno, al quale hanno partecipato tra gli altri il sindaco di Manzano Piero Furlani e il presidente della Camera di commercio Giovanni Da Pozzo, si è parlato di come ci siano spazi di miglioramento proprio nell’accoglienza. Un passaggio importante per integrare poi alla vocazione agricola quei progetti di sviluppo dei sentieri naturalistici, dei percorsi religiosi come il Cammino celeste, ciclabili e punti panoramici.
“È necessario fare sistema con tutti i portatori di interesse per attrarre risorse e consentire a chi vuole investire di poterlo fare”, la conclusione di Bini.