Lo sciopero alla Sms Group.
Dopo diciotto anni nella stessa azienda, un logistic manager di 58 anni si è visto recapitare un ordine di servizio che lo avrebbe costretto a scegliere tra il lavoro e la famiglia: è la vicenda raccontata dal Corriere della Sera di C.M., dipendente della Sms Group di San Donato Milanese, multinazionale tedesca della siderurgia.
L’uomo assiste la madre invalida e usufruisce dei permessi previsti dalla Legge 104, che tutela chi si prende cura di un familiare disabile. Ma l’azienda gli ha comunicato il trasferimento nella sede di Tarcento, in provincia di Udine — quartier generale italiano della Sms Group — con una condizione: accettare lo spostamento rinunciando ai permessi della 104, oppure essere licenziato.
“Mi hanno detto che o andavo in Friuli o mi licenziavano”, ha raccontato C.M. al Corriere. “Sono uscito dai cancelli con gli scatoloni.” La lettera di licenziamento è arrivata il 21 ottobre. Dopo quasi vent’anni di lavoro, il manager si è trovato senza impiego e a pochi anni dalla pensione.
Solidarietà in fabbrica: un’ora di sciopero ogni giorno
Dal giorno del licenziamento, i colleghi di C.M. hanno deciso di scioperare un’ora al giorno, dalle 14 alle 15, per manifestare solidarietà e chiedere il reintegro. Anche chi lavora da remoto ha aderito simbolicamente.
C.M., che vive a Milano con la compagna e una figlia universitaria, guarda con preoccupazione al futuro: “Mi mancano tre anni alla pensione. A 59 anni dove trovo un altro lavoro? Se resto senza contributi, andrò in pensione a 67.”
La Fiom Cgil ha assunto la vertenza, giudicando “grave e inaccettabile” la posizione della Sms Group. “L’azienda ha finora opposto un muro di gomma — denuncia Andrea Torti, segretario milanese della Fiom —. Chiediamo l’apertura immediata di un tavolo di trattativa, con la partecipazione di una parte istituzionale.” L’azienda non ha per ora rilasciato dichiarazioni.




