Autismo, posata la prima pietra del Villaggio Enzo Cainero.
Per le famiglie con figli affetti da disturbo dello spettro autistico, ogni giorno può essere una sfida; ieri sera, la posa della prima pietra del Villaggio di cohousing “Enzo Cainero” ha rappresentato un segnale concreto di speranza: un luogo dove i ragazzi potranno vivere accanto ai propri genitori in un contesto sicuro, dignitoso e inclusivo, e dove le famiglie potranno finalmente sentirsi sostenute e tranquille.
Il progetto, promosso dalla Fondazione Progettoautismo FVG Onlus, punto di riferimento per 98 famiglie della regione, nasce dalla volontà di Elena Bulfone e di suo marito Enrico di offrire un futuro più sereno per suo figlio Alessandro e per la sorella Martina, trasformando una lotta privata in un modello di eccellenza regionale nel supporto alle persone con Disturbo dello spettro autistico. “Questo Villaggio non è solo edilizia – ha spiegato Bulfone –. È una rivoluzione che restituisce dignità a tutta la famiglia e aiuta a sostenere genitori e fratelli senza scaricare su di loro le fragilità quotidiane”.
Un modello abitativo unico
Il Villaggio sarà il primo in Italia a permettere la convivenza diretta tra figli con autismo e genitori anziani. Progettato dall’architetto Diego De Stalis, prevede 32 alloggi bifamiliari per oltre 60 residenti, più 9 unità per assistenti, badanti e famiglie.
Saranno presenti spazi comuni, servizi sanitari, infermeria, palestra, aule multisensoriali, orti condivisi e persino un ristorante Club House. Tutto sarà dotato delle più moderne tecnologie, dai pannelli solari ai sistemi di recupero delle acque. I lavori, del costo complessivo di 10 milioni di euro (70% finanziati dalla Regione) di cui 1 milione raccolto dalla Fondazione tramite fundraising, partiranno nel 2026 e si concluderanno in circa tre anni.
Sostegno pubblico e privato insieme
Alla cerimonia erano presenti numerose autorità: il governatore Massimiliano Fedriga, l’assessore Riccardo Riccardi, il prefetto di Udine Domenico Lione, il sindaco di Tavagnacco Giovanni Cucci, il presidente nazionale ANA Sebastiano Favero, il comandante della Brigata Alpina Julia Francesco Maioriello, e il presidente della Fondazione Don Gnocchi don Vincenzo Barbante.
“Si tratta di una rivoluzione culturale – ha sottolineato Fedriga –. Qui non si parla solo del “dopo di noi”, ma del “durante noi”: dare una vita dignitosa alle persone con autismo accanto alle famiglie è una sfida che parte dal Friuli e sono orgoglioso che sia la nostra regione a iniziare questa magnifica esperienza che mi piacerebbe fosse un modello che possiamo esportare, l’inizio di un percorso che non riguardi solo il Fvg”.
“La più grande lezione è la storia della scelta della politica che sta a monte di questo momento: cosa ne sarebbe oggi di questo straordinario movimento composto da famiglie, da portatori di
interesse, se noi avessimo lasciato esclusivamente dentro il perimetro delle istituzioni, delle Aziende sanitarie, delle Regioni e dei Comuni, la capacità di risposta a fenomeni che hanno bisogno di un approccio culturale forte?” ha detto l’assessore Riccardi.
“Il presidente Fedriga ha scelto di valorizzare il tema della sussidiarietà, che ha fatto grande questo Paese, e che ha consentito oggi ad una madre coraggio – con di certo a fianco le istituzioni, le Aziende sanitarie, il sistema professionale – di liberare energie straordinarie per risposte importanti che da sole le istituzioni non sarebbero state in grado di garantire. Non dobbiamo avere paura di questa energia, perché è una forza straordinaria che muove il cuore e rende possibili questi risultati” ha concluso.
Una comunità che cresce insieme
Tra i presenti anche testimonial e campioni dello sport: Toni Capuozzo, Stefano Belisari (Elio), e gli atleti Elia Viviani, Chiara Cainero, Edi Orioli e Mara Navarria. Durante la cerimonia è stata sigillata una capsula del tempo nelle fondamenta del Villaggio, con progetti, simboli dei gemellaggi, una pergamena firmata dalle autorità e un mattone decorato dai ragazzi della Fondazione, a testimonianza della volontà di costruire un futuro concreto e condiviso.
L’iniziativa rappresenta un modello di cohousing unico nel panorama italiano, che mette al centro la famiglia, l’inclusione e il benessere delle persone con disturbo dello spettro autistico, offrendo una risposta concreta al tema del “durante noi” e costruendo un nuovo orizzonte di autonomia, solidarietà e dignità.




