Studio del Burlo, da allergia all’uovo si guarisce mangiando biscotti all’uovo

Attenzione internazionale per ricerca condotta da Burlo di Trieste.

Dall’allergia all’uovo si guarisce prima mangiando biscotti all’uovo. Ha suscitato attenzione internazionale lo studio curato dai ricercatori della Clinica Pediatrica dell’Irccs Materno Infantile Burlo Garofolo di Trieste secondo cui nei bambini allergici all’uovo, non solo nella maggioranza dei casi, non sia necessario eliminare tutti gli alimenti contenenti l’uovo dalla dieta. Secondo lo studio, infatti, basta mantenere un’assunzione regolare di “uovo cotto in matrice di frumento”, ossia le preparazioni culinarie in cui l’uovo viene impastato con la farina di grano e poi cotto ad alta temperatura, come appunto i comuni biscotti all’uovo. Questo, secondo i ricercatori, sembra facilitare l’attivazione dei meccanismi immunologici alla base dello sviluppo della tolleranza all’uovo.

Lo studio riveste un’importanza fondamentale, considerato che l’allergia alimentare associata a reazioni generalizzate (orticaria, broncospasmo, infiammazione delle prime vie aeree) è una patologia pediatrica che comporta un impatto significativo per il bambino e la sua famiglia.
Anche se la maggioranza dei bambini allergici crescendo acquisisce spontaneamente la tolleranza all’uovo nel corso di alcuni anni, una percentuale minore, ma significativa, continua ad avere reazioni anche in adolescenza e in età adulta.

Proprio per il suo valore scientifico e l’importanza degli effetti sulla qualità della vita dimostrati dal metodo adottato dalla ricerca del Burlo, la prestigiosa rivista internazionale del Karolinska Institute di Stoccolma Acta Pediatrica ha deciso di pubblicare lo studio.

“Con l’intento di migliorare la qualità di vita a tutte le età accelerando l’acquisizione di tolleranza e cercando di indurre la guarigione anche nei soggetti con le forme più gravi – spiega il Egidio Barbi, direttore della Clinica Pediatrica e co-autore dello studio condotto in primis da Laura Badina e Irene Berti della allergologia dell’Istituto supportate dai pediatri in formazione Panontin e Trombetta -, la scienza medica, con il Burlo in prima fila, ha sviluppato da molti anni alcuni protocolli di desensibilizzazione orale, che consiste nell’assunzione progressiva di minime quantità dell’alimento offendente poi incrementate gradualmente, con soddisfacenti percentuali di successo. Si tratta, comunque, di una terapia impegnativa per il bambino e la famiglia che richiede un impegno costante nell’assunzione giornaliera dell’alimento e la gestione di possibili reazioni allergiche in corso di trattamento, ma che al momento rappresenta l’unica terapia in grado di modificare la storia naturale dell’allergia alimentare e di ridurre il rischio di reazioni anafilattiche da ingestione inavvertita di alimenti contaminati da piccole quantità di allergene”.

Proprio proseguendo nelle filone di ricerca sulla desensibilizzazione orale nell’allergia alimentare, recentemente i ricercatori della Clinica Pediatrica dell’Irccs triestino hanno realizzato uno studio che ha seguito per un quadriennio 86 bambini di età compresa tra i tre e gli otto anni, allergici all’uovo con reazioni sistemiche significative. La ricerca ha dimostrato che senza dover passare da una “desensibilizzazione” con l’uovo fresco come tale, si può molto più facilmente inserire nella dieta di questi bambini l’uovo “cotto in matrice di frumento” e già questo semplice intervento migliora la prognosi e la qualità della vita. Lo studio ha anche confermato che l’uovo “cotto in matrice di frumento” è tollerato in un’alta percentuale di bambini allergici all’uovo e può essere da subito introdotto nella dieta senza necessità di passare attraverso protocolli di desensibilizzazione orale.