Dal Friuli alla Basilicata, la tutela delle lingue al centro dell’impegno dell’Unesco

Convegno online organizzato anche dal Club Unesco di Udine.

Dalla Basilicata alla Sicilia, dalla Calabria al Friuli, dalla Puglia al Piemonte e Liguria, un viaggio alla scoperta di un antico patrimonio italiano, quello linguistico, e dedicato alla sua valorizzazione.

È l’iniziativa organizzata dai Club per l’Unesco nell’ambito della tutela e della salvaguardia delle minoranze linguistiche con il convegno online dal titolo “Il galloitalico, l’occitano, il francoprovenzale in Italia ed in Europa: un itinerario alla scoperta delle tracce di un antico patrimonio”.

Esperti a confronto.

Grazie al consueto metodo di comunicazione telematica, è stato possibile mettere in contatto numerosi esperti e ricercatori, tutti indirizzati verso la difesa delle diversità linguistiche. Il convegno è stato promosso dai presidenti Anna Maria Di Rosa Placa del Club di Piazza Armerina, Marcella Tuttobene del Club di Enna, Jolanda Scelfo Presidente onoraria del Club di Acicastello, Vera Pulvirenti del Club di Giarre-Riposto, Lorenzo Salvagio del Club di Sciacca, Ersilia Ferrante Vicepresidente del Club di Sanremo, Renata Capria D’Aronco del Club di Udine, Luigi Viscanti del Club di Altamura, Rosaria Digregorio del Club di Cerignola e Franco Perillo del Club di Vulture, con la collaborazione della FICLU.

La presidente nazionale della Federazione italiana dei club e centri per l’Unesco, Teresa Gualtieri, ha aperto l’incontro, evidenziando che, a partire da esso, la “Ficlu dedicherà crescente attenzione al tema delle diversità linguistiche, considerato prioritario per l’Unesco, che ha come fine ultimo la costruzione della pace e può attuarlo solo tutelando le diversità, organizzandole in un’unica collettività umana mondiale. In tale contesto – ha proseguito –, le lingue sono un patrimonio culturale fondamentale da tutelare, stimolando lo studio della lingua locale nella scuola e attraverso strumenti come l’atlante Unesco delle lingue, creato per individuare e proteggere le parlate che stanno scomparendo, in quanto patrimonio di diversità, nel quale per l’Italia sono inserite appunto il Galloitalico, l’Occitano ed il Franco provenzale”.