Il Manifesto di Udine per l’educazione alimentare di Coldiretti.
Quattro studenti su dieci fanno merenda ai distributori automatici scolastici, dove la frutta è praticamente assente e regnano snack dolci, salati e bevande iperzuccherate. Solo una “macchinetta” su cento contiene frutta fresca, mentre yogurt o latte compaiono appena nel 2% dei casi. È il quadro allarmante che emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’, diffusa in occasione della presentazione del Manifesto di Udine per l’Educazione Alimentare nelle Scuole, promossa da Coldiretti durante l’evento “Cibo naturale: un patrimonio da difendere” nell’ambito del Villaggio Contadino nel cuore di Udine.
Il fenomeno, già denunciato da numerosi studi scientifici, rischia di compromettere lo sviluppo sano delle nuove generazioni. I distributori automatici – denuncia Coldiretti – sono ormai diventati un simbolo del degrado alimentare nelle scuole italiane, in contrasto con ogni buona pratica educativa. Una presenza che si accompagna, purtroppo, anche alla qualità del cibo servito nelle mense scolastiche, dove appena un genitore su tre si dichiara soddisfatto del servizio.
Mense scolastiche tra ultra-processati e appalti al ribasso
Malgrado la normativa italiana preveda Criteri Ambientali Minimi per la ristorazione collettiva, nelle mense scolastiche gestite da grandi appalti continuano a circolare alimenti ultra-processati: bastoncini di pesce pieni di panatura e additivi, purè liofilizzati, carne ricostituita, formaggini fusi, dolci industriali e prodotti contenenti oli vegetali raffinati. Un’alimentazione che penalizza la salute dei bambini e tradisce i principi della dieta mediterranea.
Secondo l’analisi Coldiretti/Ixe’, i genitori spendono in media oltre 80 euro al mese per un servizio che troppo spesso mette il risparmio prima della qualità. In risposta a questa situazione preoccupante, Coldiretti lancia un messaggio chiaro: servono mense a km zero, distributori salutari, educazione alimentare e un patto educativo tra scuola e famiglia.
Il Manifesto di Udine: cinque azioni per il cambiamento
Per arginare l’avanzata del cibo spazzatura nelle scuole, Coldiretti ha messo a punto il Manifesto di Udine per l’Educazione Alimentare nelle Scuole, articolato in cinque punti chiave:
Stop ai distributori automatici di cibo spazzatura nelle scuole e negli edifici pubblici, da sostituire con prodotti freschi e locali.
Più cibo a km zero nelle mense scolastiche, sostenendo le filiere corte e sottraendo gli appalti alla logica del massimo ribasso.
Una strategia nazionale contro l’obesità infantile, con obiettivi chiari e condivisi da istituzioni, scuole e famiglie.
Un patto educativo tra famiglie, scuole e agricoltori, per far comprendere l’origine del cibo e l’importanza di una dieta sana e sostenibile.
Un solido programma di educazione alimentare fin dalla scuola primaria, per formare cittadini consapevoli e in salute.
Scuola salva-salute e agricoltura al centro
Durante l’evento, è stata allestita una “classe scolastica del futuro” con arredi sostenibili, piante purificanti e una vera lezione di educazione alimentare a cura di Donne Coldiretti e Fondazione Campagna Amica. Secondo uno studio del CNR, l’introduzione di piante come Sansevieria, Ficus o Schefflera può ridurre del 20% la CO₂ e del 15% le polveri sottili nelle aule scolastiche.
Un segnale forte arriva anche dalle parole del presidente di Coldiretti Ettore Prandini: “Vogliamo costruire un futuro più sano per i nostri figli, partendo dall’educazione al cibo. Un’alimentazione consapevole è la prima forma di prevenzione e rispetto per la salute, l’ambiente e l’economia agricola del Paese”. Il segretario generale Vincenzo Gesmundo aggiunge: “Il cibo ultra-formulato sta minacciando il futuro dei nostri giovani. È tempo di scegliere consapevolmente per proteggere la salute e il domani delle nuove generazioni”.
Educare per cambiare
Il Manifesto di Udine rappresenta un appello deciso al Governo, alle Regioni e al mondo scolastico per un cambiamento radicale nelle politiche alimentari. Coldiretti mette in campo la propria rete di fattorie didattiche, vent’anni di esperienza con oltre 10 milioni di bambini coinvolti, e una proposta concreta: trasformare la scuola in un luogo di salute, cultura del cibo e rispetto per l’ambiente. Il futuro passa anche dal piatto: educare oggi per non curare domani.