Troppi ponti ad aprile, i genitori chiedono di non votare nelle scuole

A Udine, petizione perché i seggi non siano nelle scuole.

Fuori i seggi dalle scuole: a Udine, i genitori lanciano una petizione per chiedere al Comune di spostare le sedi di voto e trovare luoghi alternativi, soprattutto considerando che ad aprile gli istituti scolastici avranno già molte giornate di chiusura a causa dei ponti festivi.

La raccolta di firme è stata lanciata online da “Priorità alla scuola” ed è diretta al sindaco Pietro Fontanini e all’assessore Alessandro Ciani: “Per garantire un maggiore afflusso degli elettori si sono estese le votazioni alla giornata del lunedì. Ovviamente il costo di questa scelta è economicamente sostenibile in confronto a una eventuale estensione del diritto di voto a chi è in difficoltà. E questo costo è considerato plausibile da parte di tutte le amministrazioni al punto che in occasione del Covid (nel 2020), lo stato ha deciso di mettere a disposizione dei comuni delle somme per consentire l’espressione del voto in sedi diverse dalla abituali. Perché? Perché più di qualcuno si è accorto che un costo collaterale lo pagano i bambini, e i loro genitori di conseguenza, per una scelta fatta molti anni fa e tuttora in voga: la quasi totalità delle sezioni elettorali ha sede in una scuola, quasi sempre una scuola primaria. È uno schiaffo ai diritti dei bambini e delle famiglie. Che non sia facile l’abbiamo capito, è un mantra che viene ripetuto ogni volta, ma non è impossibile! È possibile ricercare sedi nuove, oppure ridurre, accorpandole, le sedi di seggio o ancora usare solo una porzione dei plessi scolastici rendendo disponibile la parte restante alle normali attività scolastiche”.

I genitori allegano poi il calendario di aprile per mostrare tutti i giorni di chiusura previsti: dall’1 al 4 aprile per il primo turno di elezioni; dal 6 all’11 per Pasqua; dal 15 al 17 per il ballottaggio; il 24 e il 25 per la Festa della Liberazione. “In termini di numero di giorni di chiusura è un mese quasi estivo e per chi ha scelto la settimana lunga il numero di giorni persi è imbarazzante“.