La commemorazione in via Spalato.
Domenica 13 aprile, a Udine una cerimonia intensa e partecipata ha reso onore ai 29 partigiani, garibaldini e osovani, barbaramente uccisi con raffiche di mitra dalle SS nel cortile delle carceri, nell’aprile 1945. Nonostante siano passati 80 anni, la memoria di questa pagina dolorosa della storia della lotta di liberazione in Friuli – che è coltivata fin dall’immediato dopoguerra – resta ancora viva.
Ne hanno dato prova i numerosi cittadini, che hanno voluto essere presenti in via Spalato, sebbene con gli ombrelli aperti per la pioggia battente. Con loro e con i parenti degli uccisi, alla commemorazione hanno preso parte il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, il vicesindaco, Alessandro Venanzi, il questore Domenico Farinacci, il maggiore Pietro Visconte, in rappresentanza del Comando della Brigata Alpina Julia, e i rappresentanti della casa circondariale udinese. Folta anche la presenza delle autorità civili e militari, di consiglieri e rappresentanti delle Pubbliche Amministrazioni, rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma, e presente anche una delegazione dell’Associazione Partigiani Osoppo.
La cerimonia, organizzata dall’ANPI – Comitato provinciale di Udine come ogni anno, si è aperta con la deposizione di una corona sulla lapide posta sul muro esterno delle carceri. Poi, il sindaco De Toni, ricordando il contesto storico in cui è avvenuto l’eccidio, ha sottolineato come i valori, per i quali i 29 partigiani hanno combattuto, come tanti italiani e tante italiane, fino a sacrificare la loro vita, sono il fondamento della Costituzione della Repubblica: valori conquistati, che oggi vanno tutelati. È intervenuta, quindi, Antonella Lestani, presidente dell’ANPI – Comitato provinciale di Udine: “La memoria e la storia sono efficaci se determinano la scelta di comportamenti, non se sono solo una mostra di ricordi da celebrare. Per questo dobbiamo capire quali siano i segnali e quali siano gli anticorpi necessari anche oggi a difendere le democrazie europee e la nostra Repubblica Parlamentare, lo dobbiamo a queste vite, perché loro seppero e vollero scegliere e scelsero la strada più difficile: quella di opposizione al nazifascismo. Dobbiamo ricordare che l’antifascismo è impegno quotidiano, essere antifascisti significa contrastare un pensiero politico fondato sulla cancellazione dei diritti, sul razzismo, sul nazionalismo; essere antifascisti significa impegnarsi per una società che ha alla base parole semplici: democrazia, libertà, lavoro, uguaglianza, pace, solidarietà”.
Un appello alla pace e a una politica mondiale capace di rifiutare le logiche disumanizzanti, che caratterizzano la nostra epoca è stato ill fulcro dell’orazione ufficiale, che è stata pronunciata daAnnalisa Comuzzi, rappresentante del movimento Donne in nero.
La commemorazione alle carceri prelude alle iniziative per l’80 anniversario della Liberazione che si apriranno martedì 15 aprile, il concerto corale “Viva l’Italia antifascista!”. Sul palco dell’Auditorium di Paderno (in via Piemonte, 82) si esibiranno a cappella,tre ensemble: Coro Così, Coro ANPI di Pordenone e Coro Popolare della Resistenza. L’appuntamento, organizzato in collaborazione con l’Università della Terza Età “Paolo Naliato”, comincerà alle 18.30, ed è con ingresso libero. Lo spettacolo si aprirà con la proiezione del filmato sulla liberazione di Udine dal titolo “L’indimenticabile primavera del 1945”. Dopo gli interventi di Carlo Baldassi, componente dell’ANPI cittadina, e della presidente Antonella Lestani, partiranno i canti. L’evento è realizzato con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia e il patrocinio del Comune di Udine.