Medici e infermieri durante il Covid: le storie di chi era in prima linea a Udine

Consegnate le targhe di ringraziamento di Aido Udine.

Sono tante le storie che parlano del coronavirus a Udine. Quattro di queste testimonianze sono state presentate alla conviviale promossa dalle associazioni Euretica, Vallimpiadi, Aido (Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule), Friul Tomorrow e associazione culturale don Gilberto Pressacco sul tema: “CO-raggiosi VI-ttoriosi D-eterminati nello sconfiggere il COVID 19”.

Il racconto dai reparti di terapia intensiva.

Amato De Monte, direttore del dipartimento Anestesia e Rianimazione, ricorda che “Udine è stato il primo ospedale che ha attivato un reparto esclusivo per Covid 19, separando le terapie intensive dal resto del nosocomio, settore trapianti compreso. In 12 ore abbiamo raddoppiato i posti e attivato reparti di semi-intensiva inventando anche la terapia intensiva a Palmanova”.

A questo racconto si aggiunge quello di Carlo Tascini, responsabile clinica di Malattie Infettive. “Siccome dalla Corea non giungevano sufficienti reagenti ci siamo adeguati in casa giungendo a essere oggi la terza regione in Italia che effettua tamponi per numero di residenti”, commenta Tascini. Cristiana Macor, responsabile dell’assistenza dipartimento Anestesia e Rianimazione, ammette: “Abbiamo avuto paura di non fare correttamente il percorso pulito uscendo dal reparto coronavirus esponendo così anche gli altri a possibili contagi, ma la cosa più straziante è stato veder morire dei pazienti da soli così medici e infermieri si sono sostituiti ai parenti stando vicini a queste persone pregando per loro”.

Il ruolo del medico di base durante l’emergenza.

Anche Federico Grassi, medico di base, dichiara: “il Covid 19 ha cambiato il ruolo del medico di famiglia, ma anche i pazienti con la ricetta elettronica e il triage telefonico sino all’assistenza, anche psicologica, con un telefono che ha squillato da mattina a sera”.

L’infettivologo ha reso noto che “all’edificio 9 dell’ospedale friulano le nostre 14 stanze sono a pressione negativa per cui abbiamo potuto ventilare i pazienti in sicurezza per gli operatori. Abbiamo ospitato, poi, la terapia intensiva in un quadro di interdisciplinarietà”. Per il futuro Tascini ha constatato che “ora la circolazione del virus è modesta, ma non possiamo affermare che il virus è mutato, oggidì godiamo della stagione calda per cui dovremo stare attenti, in primis con il distanziamento sociale, a cosa accadrà in autunno. Di positivo c’è che con il Covid 19 non abbiamo rilevato altre infezioni contemporanee nei pazienti”.

La validità della terapia dell’ozono.

Dopo aver riconosciuto l’entusiasmo di De Monte sulla validità dell’ozono terapia ha confermato che “abbiamo fatto, durante le notti, uno studio su questa terapia, ma chiediamo che le regole per la sperimentazione siano certamente ferree, ma anche snelle senza stop per la mancanza di una marca da bollo magari in periodo di lockdown”.

Dal canto suo De Monte ha evidenziato che “Tascini è sempre stato in trincea, ossia in reparto, come il sottoscritto per l’intero periodo di emergenza”. L’anestesista friulano ha reso noto che “ci è stato chiesto di creare in un giorno tanti nuovi posti di terapia intensiva con investimenti di oltre un milione di euro. Sono giunte, poi, donazioni in tempo reale di fondi e di beni quali ambulanze, apparecchiature, strumenti. Abbiamo realizzato un piano per il maxi-afflusso”. Rispetto all’ozono De Monte ha sottolineato che “è dal ’95 che lo faccio, Tascini ha avuto un’ottima intuizione nel somministrarlo prima possibile a chi si ammala di Covid 19, i risultati sono stati eccezionali”. 

I racconti degli infermieri in prima linea.

“L’affinità elettiva con il nostro direttore De Monte ha favorito la nostra reazione all’emergenza – afferma Cristina Macor -. Siamo stati aiutati dall’infettivologia mentre l’ozono, che io utilizzo per fare attività sportiva, è stata una risposta determinante per curare molte persone”. Inoltre, la responsabile degli infermieri della rianimazione afferma: “Abbiamo ricevuto parecchi regali dalla gente, erano in tanti con noi sul fronte determinando una vicinanza emozionante. Noi eravamo lì con due mascherine e scafandri in una situazione complicata in quanto in un giorno siamo passati dalla possibilità di visitare i pazienti da parte dei parenti alla chiusura totale dell’ospedale. Non è stato facile, abbiamo utilizzato i telefonini che io portavo nel reparto Covid 19 all’interno di una busta da sub per fare, ove possibile, videochiamate con i parenti che attendevano all’esterno notizie con evidente apprensione”.

Da ultimo Grassi ha dichiarato che “il vissuto della gente è stato caratterizzato a lungo dal bollettino delle ore 18 della Protezione civile nazionale. Noi medici di base non avevamo, però, tante notizie sul virus e così abbiamo risposto alle innumerevoli domande degli assistiti con tatto, disponibilità e buon senso cercando di rincuorare e tranquillizzare”. 

Le targhe di ringraziamento.

Il presidente dell’Aido di Udine Lucio Marsonet ha consegnato quattro targhe di ringraziamento ai quattro relatori mentre il presidente di Vallimpiadi, Massimo Medves, ha donato delle gubane anche a nome di Sapori nelle valli del Natisone. La pittrice carnica, Barbara Adami, ha, invece, fatto omaggio di una sua opera a Cristiana Macor. Inoltre, erano presenti alla conviviale per Aido Udine anche Francesco Bortone, Daniele Damele e Mario Strazzolini.

La parola della presidente di Aido Fvg.

La presidente regionale di Aido Fvg Fiorella Bernabei, ha inviato un messaggio all’evento di Aido Udine evidenziando come “conosciamo da molto tempo professionalità, competenza, umanità e abnegazione dei reparti di rianimazione del Friuli Venezia Giulia da sempre in prima linea per la donazione di organi e questa primavera 2020 sotto i riflettori di tutti per contrastare l’emergenza coronavirus”. Inoltre, Bernabei ha espresso un vivo ringraziamento a tutti gli operatori sanitari e ha anche voluto sottolineare “l’encomiabile attività svolta da chi opera nelle Rianimazioni a fianco di AIDO nelle scuole di tutta la regione per la sensibilizzazione alla donazione di organi, tessuti e cellule”. Da ultimo, Bernabei ha fatto presente che “donazione e trapianti non si sono mai fermati come pure l’attività di promozione della cultura del dono che viene svolta ancora in particolare on line grazie a siti internet e presenze sui social”.