Le Università delle regioni alpine fanno squadra, parte da Udine il nuovo progetto

Il progetto tra L’università di Udine e le regioni alpine autonome.

Elaborare strumenti e strategie comuni nell’ambito dello studio e della ricerca sul diritto regionale e le sue prospettive, con particolare riferimento al tema della specialità. È l’obiettivo della convenzione quadro sottoscritta ieri dall’Università degli studi di Udine con i Consigli regionali del Friuli Venezia Giulia, della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, della Provincia autonoma di Trento e quello della Provincia autonoma di Bolzano.

La volontà comune espressa con l’accordo triennale, rinnovabile per altri tre anni, è quella di sviluppare tra i firmatari una forte partnership sui temi della specialità e del regionalismo asimmetrico, promuovendo in proposito ricerche e studi di carattere scientifico.

I contenuti dell’accordo.

Grazie alla convenzione, gli enti coinvolti potranno impostare un’azione sinergica, disponendo, d’ora in avanti, di una sede di riflessione comune e permanente sulla giurisprudenza costituzionale e, soprattutto, sulle prospettive di sviluppo dell’autonomia speciale, con un elevato grado di approfondimento su diversi piani e livelli, compreso quello della ricerca e dell’approfondimento scientifico. In particolare, l’accordo prevede la costituzione di un Comitato scientifico composto da autorevoli docenti di diritto costituzionale e pubblico comparato i quali, oltre all’impegno scientifico, uniscono un orientamento adesivo alle ragioni passate e future delle autonomie speciali.

“L’ordinamento regionale italiano – ha detto Elena D’Orlando, referente della convenzione quadro e direttrice del dipartimento di Scienze giuridiche dell’Ateneo – vive una stagione complessa, in cui anche le autonomie speciali scoprono quanto fragili siano le garanzie costituzionali a loro tutela: si impone pertanto la necessità di una riflessione critica, che consenta di ragionare sull’esperienza regionale pregressa e di prospettare per il futuro dinamiche di sviluppo che partano dalla valutazione dell’autonomia speciale come un valore costitutivo dell’ordinamento e, più nello specifico, dalla percezione dell’autonomia speciale come modo di essere delle rispettive comunità”.

I commenti.

Per il primo triennio il Comitato scientifico sarà composto, a titolo gratuito, da Roberto Toniatti dell’Università di Trento, con funzioni di coordinatore; Elena D’Orlando dell’Università di Udine; Massimo Carli già docente dell’Università di Firenze; Robert Louvin dell’Università di Trieste; Esther Happacher dell’Università di Innsbruck; Gianfranco Postal, già dirigente generale della Provincia autonoma di Trento e membro della Corte dei conti trentina.

“Tra gli elementi di comunanza tra Friuli Venezia Giulia, Trentino, Alto Adige/Südtirol e Valle d’Aosta/ Vallée d’Aoste – ha ricordato il rettore dell’università di Udine, Roberto Pinton – spiccano la tutela delle minoranze linguistiche, il sostegno a efficaci politiche transfrontaliere e di tutte quelle aree di intervento legate alle problematiche territoriali tipiche delle regioni dell’arco alpino quali, ad esempio, lo spopolamento della montagna. Si tratta di filoni di ricerca su cui il nostro ateneo è impegnato da anni, nonché di tematiche, quelle del regionalismo asimmetrico e di un effettivo decentramento dei poteri, che queste regioni saranno sempre più di frequente chiamate ad affrontare”.

«La specialità del Friuli Venezia Giulia – ha osservato il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin – è un patrimonio prezioso da tutelare e difendere, e l’accordo triennale con l’Università di Udine e i Consigli di Valle d’Aosta, Trento e Bolzano va in quella direzione. Sono convinto da sempre che il decentramento dei poteri e la capacità delle Regioni autonome di rispondere in modo più diretto e vicino alle esigenze della comunità siano un valore aggiunto per il nostro Paese”.