Successo per la 29esima edizione del festival di Topolò

Fotografie di Maria Silvano.

Topolò, frazione del Comune di Grimacco nelle Valli del Natisone , dall’1 al 17 luglio si colora a festa per celebrare la ben 29esima edizione del festival-laboratorio internazionale “Stazione di Tolopò-Postaja Topolove”.

La manifestazione, sostenuta da Regione Friuli Venezia Giulia – Assessorato alla Cultura e Fondazione Friuli, accoglie come sempre un grande numero di ospiti (registi, scrittori, musicisti, storici, fotografi, uomini di scienza) che si rendono protagonisti di incontri e scambi culturali volti a condividere le proprie conoscenze ed esperienze. Si tratta di progetti di spessore culturale pensati appositamente per il pubblico, che si svolgono attraverso un diretto contatto con un luogo che non si limita ad essere semplice scenario, ma diventa a tutti gli effetti motore principale dell’evento.

E’ infatti proprio Topolò, piccolo borgo montano segnato da secoli di intemperie storiche (dovute soprattutto alla particolarità della sua posizione geografica, nei pressi del confine con la Slovenia), il vero e più importante protagonista del festival, che gli rende giustizia sviluppandosi liberamente in tutti i suoi spazi: nei prati, nei boschi, lungo i torrenti, nelle piazzette, lungo i vicoli e nelle case. Questa originale modalità contribuisce a valorizzare al meglio gli spazi interni ed esterni al borgo evidenziando tutte le sue suggestive caratteristiche, oltre ad aggiungere all’evento un piacevole tocco di spensieratezza e semplicità.

“La 29esima edizione ha visto un grande afflusso di pubblico per tutte le sue serate. Quest’anno ho avuto modo di osservare come gli artisti scelgano di trattare sempre più frequentemente il tema ambientale attraverso i progetti che presentano: quello dell’ambiente è stato effettivamente il tema più ricorrente che in qualche modo ha fatto da “filo conduttore” per tutti gli incontri svoltisi in questi giorni”, spiega Moreno Miorelli, 66 anni, ideatore e direttore artistico del festival.

“Ci tengo a precisare che ogni anno gli artisti e i ricercatori ospiti del festival vengono lasciati liberi di esporre i propri progetti e sviluppare le proprie idee senza particolari vincoli, tranne uno: quello di creare qualcosa che, direttamente o indirettamente, si ricolleghi a questo luogo. Lo scopo non è quello di creare una mostra (a partire dal 2000 ho tolto ogni elemento espositivo), ma un vero e proprio laboratorio che sia significativo per la località in cui si svolge.”

Tra i nomi più noti di questa edizione: Alina Marazzi, Pif, Jan Cvitkovič, Helena Janeczek, Laura Samani, la finlandese Ulla Taipale e, come sempre, un folto plotone di giovani artisti.