Da Tolmezzo fino ai confini con l’Ucraina per dare accoglienza a 53 mamme e bambini in fuga dalla guerra

Foto di Protezione Civile di Arta Terme

La missione dell’MT Viaggi al confine con l’Ucraina.

Sono partiti da Tolmezzo con il pullman martedì sera. Un viaggio di quasi un giorno per raggiungere il confine dell’Ucraina, dalla parte più vicina alla Bielorussia. Una notte per ristorarsi e subito di ritorno in Friuli con tante mamme e bambine in fuga dalla guerra, in questa staffetta della solidarietà che sta coinvolgendo tutta Europa. Un gesto non scontato e che fa la differenza. “Quando mi hanno telefonato chiedendomi se ero disponibile ad andare fino a lì con il mio pullman per aiutare queste persone, che poi avremmo accolto in Friuli, non ci ho pensato un attimo e ho dato la disponibilità”, racconta Tania Muser, titolare della MT Viaggi, società di trasporti che ha sede proprio nel capoluogo carnico. Così ha fatto. E senza pretendere un centesimo, ha messo in moto una delle sue corriere, ha coinvolto due dei suoi autisti più bravi, che sono partiti alla volta dei confini dell’Ucraina.

Ad attenderli laggiù c’era la macchina degli aiuti internazionali, coordinata dalla Croce Rossa. In 53 sono saliti sul pullman dell’MT Viaggi per arrivare in regione: mamme, bambini, un ragazzo ed un gattino. Ieri mattina la corriera ed il suo carico di speranza era già di ritorno e, dopo i controlli della polizia di frontiera, tutti sono stati accolti dalla Protezione civile di Tolmezzo, di Paularo, di Arta Terme e di Cavazzo Carnico per i tamponi e la colazione. Queste famiglie alloggeranno provvisoriamente nella struttura che è stata aperta a Sappada. “Credo che tutti dobbiamo fare la nostra parte in questo momento – racconta Tania -. So che è solo una goccia quello che ho fatto, ma spero di essere stata d’aiuto a queste persone”.

La MT Viaggi è una realtà di Tolmezzo che opera soprattuto con i trasporti scolastici. L’ha fondata la stessa Tania 14 anni fa. “Facevo l’impiegata, ma avevo la passione per i pullman. Ho mollato tutto, mi sono fatta la patente e ho iniziato con un minibus – ricorda -. Devo ringraziare i miei autisti per essersi messi a disposizione per questa missione umanitaria”. E se la dovessero richiamare per tornare in Ucraina? “Riparto”, assicura.