I problemi non risolti del carcere di Tolmezzo

Il sopralluogo al carcere di Tolmezzo.

Sovraffollamento, organico insufficiente, finanziamenti inadeguati per la manutenzione e per i compensi ai detenuti lavoratori. Questi i principali problemi della casa circondariale di Tolmezzo emersi durante il sopralluogo effettuato stamani da Franco Dal Mas, senatore di Forza Italia e componente della commissione Giustizia a Palazzo Madama. Visita che rappresenta la seconda tappa di un giro delle carceri del Friuli Venezia Giulia iniziato il 2 aprile scorso a Pordenone. A illustrare nel dettaglio le criticità la dottoressa Irene Iannucci, direttore del carcere. 

“Quello di Tolmezzo, uno dei 22 in Italia con una sezione per il 41 bis, è il carcere più grande della regione e come gli altri, in FVG come in Italia, registra un numero di detenuti ben superiore alla capienza: 199 i ristretti contro un numero massimo di 149. Un problema diffuso e solo parzialmente alleviato dalla concessione dei domiciliari conseguente alla pandemia, peraltro non verificatasi a Tolmezzo. Passata l’emergenza sanitaria la situazione andrà affrontata, qui come altrove”, ha commentato Dal Mas ricordando il focolaio di Covid scoppiato quest’inverno proprio nel carcere di Tolmezzo.

La capienza del carcere.

La situazione in Fvg vede oggi una capienza massima di 467 detenuti a fronte di una popolazione carceraria di 639.  E a fronte di un sovraffollamento di oltre il 30% si registra una carenza di organico: dei 32 ispettori e 49 sovrintendenti previsti a Tolmezzo, sono rispettivamente 8 e 2 quelli operativi, a cui si aggiunge la mancanza di due dirigenti o funzionari su 3 e persino del comandante. “Facile immaginare come, nonostante la buona volontà e la disponibilità del personale in servizio a Tolmezzo, sia complicato garantire un’organizzazione del lavoro efficiente e far sì che la detenzione svolga una funzione realmente rieducativa per i detenuti”, ha proseguito Dal Mas.

A rendere più complessa la situazione la scarsità di fondi per la manutenzione e la ristrutturazione – ad esempio le due caserme dell’istituto e la serra presso cui lavorano gli internati, divelta dal vento e non ancora rimessa in sesto. Così come mancano fondi per le mercedi, i compensi assegnati agli internati che prestano attività lavorative all’interno del carcere. “Non servono fiumi di denaro per migliorare il quadro. Non siamo certo ai tempi dell’invettiva di Calamandrei, ma è pur vero che se crediamo nella funzione rieducativa della pena è necessario intervenire, a Tolmezzo come altrove. Con strutture più moderne dove poter lavorare in sicurezza e più rispettose dei diritti”, ha concluso Dal Mas.