A Campoformido i 50 anni degli alpini: mezzo secolo di aiuto e dedizione

I 50 anni degli alpini di Campoformido.

“La nostra storia comincia il 15 ottobre 1872, a Napoli, quando si costituivano le truppe alpine. Cento anni esatti dopo, soci e amici delle penne nere hanno pensato di fondare il gruppo di Campoformido. Grazie alla tenacia del Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica italiana Renzo Flaibani e del primo capogruppo campoformidese, Claudio Damiani, si è capito che i valori imparati sotto la naia dovevano essere portati nella vita quotidiana”.

A parlare con orgoglio e convinzione, è l’attuale rappresentante del gruppo di Campoformido, Umberto Daneluzzi, in occasione del cinquantesimo di fondazione, a cui non è mancato il saluto del Consiglio regionale attraverso le parole del suo presidente, Piero Mauro Zanin, quello della sindaca Erika Furlani e dei gagliardetti degli altri gruppi della sezione Ana di Udine affiancati da quelli dell’Associazione friulana donatori sangue (Afds), dopo l’alzabandiera, la deposizione di una corona ai caduti di tutte le guerre e la celebrazione, da parte di don Giuseppe, della messa nella chiesa parrocchiale di Santa Maria della Purificazione. Ogni passaggio, è stato sottolineato dalla banda alpina di Orzano.

“Il senso di fratellanza che spesso si è imparato proprio nei mesi del servizio militare, si sta perdendo – ha commentato il presidente Zanin, da sempre convinto che il periodo della naia andrebbe ripensato perché formativo -, invece è una delle concezioni più importanti che fanno sì che nella difficoltà riusciamo ad affrontare e vincere i nostri problemi, proprio perché non siamo soli. Il sentimento di fraternità che ancora oggi c’è nell’alpino è l’eredità lasciata da quelli che sono morti in guerra e l’hanno trasmessa naturalmente in chi è venuto dopo“.

Per Zanin, l’Assemblea legislativa che si onora di rappresentare “è sempre accanto alle iniziative dei gruppi alpini, perché in essi si tramandano quei valori che sono fondamentali anche per la tenuta stessa delle comunità del Friuli Venezia Giulia”. A suo dire, “a Rimini, durante l’ultima adunata, c’è chi ha cercato volutamente di gettare discredito sull’operato e su quei simboli che l’alpino rappresenta nell’immaginario di tutti. Perché si è cercato di minare la credibilità e la tenuta dell’intero nostro Paese”.

Non da ultimo, il suo grazie alle penne nere si è esteso a quelle donne che, silenti, le affiancano sempre nelle loro piccole e grandi imprese. Un grazie affermato anche dal capogruppo Daneluzzi, che ha ricordato come, agli incontri della sera prima, “si sia parlato di solidarietà e senso di comunità, sentimenti fondamentali ancora di più ora, dopo due anni dove l’individualismo l’ha fatta da padrone. Io dico sempre che ho l’onore ma soprattutto la fortuna di essere capogruppo di Campoformido, perché ho uno splendido direttivo che mi supporta e sopporta, e la collettività comunale ci sostiene nelle nostre manifestazioni, che si tratti della raccolta alimentare piuttosto che della vendita delle mele per la sclerosi multipla o momenti più conviviali. Perché molte volte, proprio davanti alla famosa ‘pastasciutta alpina’, ci si conosce meglio e si rinsaldano i legami di amicizia e fratellanza”.

E che si tratti di una dedizione al fare per gli altri di cui l’amministrazione comunale è grata, lo hanno testimoniato le parole della sindaca Furlani, che non solo ha ricordato come Codroipo abbia conferito la cittadinanza onoraria al milite ignoto, ma anche ai quattro alpini fucilati ingiustamente a Cercivento nel 1916 e ai primi due caduti della Grande Guerra, Riccardo Giusto che combatteva per il Regno d’Italia ed Eugenio Sandrigo che invece apparteneva alle truppe austroungariche, però entrambi friulani. Inoltre, ha reso noto che “al Grande Ufficiale Renzo Flaibani sarà presto intitolato quello che oggi è conosciuto come parcheggio di via Corazzano”.