Salute, in Carnia rimane un solo medico per gli ambulatori di vallata

Ambulatori di vallata in difficoltà in Carnia.

Gli ambulatori di vallata sono stati creati per rispondere alle necessità di assistenza sanitaria dei cittadini senza Medico di Medicina Generale; ora, però, anch’essi sono a corto di medici: in Carnia, ne è rimasto solo uno per coprirli tutti.

Con la fine dell’emergenza Covid (chiusa il 31 dicembre) e dei relativi fondi, l’Azienda Sanitaria Friuli Centrale non può più impiegare medici in pensione; così dei tre che operavano, la dottoressa Chiara Rocco e i dottori Antonino Pontelli e Paolo Mario Bruno, rimane solo la prima dato gli altri due professionisti erano, appunto, in quiescenza. Non solo: a Tolmezzo, col 31 dicembre 2023 è andato in pensione anche il medico di base Enea Bonutti, che seguiva 1300 assistiti; ora, anche questi risultano senza Mmg.

D’ora in poi, finché non si troveranno nuove figure, gli ambulatori di vallata di Tolmezzo, Ovaro, Villa Santina, Paluzza e Sauris saranno operativi a orario ridotto e su appuntamento. Villa Santina, ad esempio, “perde” il lunedì e il venerdì: l’ambulatorio sarà aperto solo il mercoledì dalle 9 alle 12. A Paluzza il mercoledì dalle 15 alle 17 (prima era aperta anche lunedì, martedì e giovedì), mentre Tolmezzo è attivo lunedì e venerdì dalle 9 alle 12 (tolto il mercoledì). Sauris mantiene il suo orario inalterato (martedì 9.30-13.30), e a Ovaro rimane aperto il lunedì dalle 14 alle 16 e il giovedì aggiunge un’ora con la fascia 9-12. Gli ambulatori di Cavazzo e Verzegnis, invece, erano stati chiusi lo scorso settembre.

Gli amministratori non nascondono la preoccupazione per le difficoltà del servizio e chiedono che ciò che era concesso per l’emergenza covid sia ora consentita in un’ottica di emergenza per la mancanza di medici di medicina generale.

“Nonostante le denunce fatte da tempo – è l’intervento del consigliere regionale Pd, Massimo Mentil -, oggi la Carnia si trova ad affrontare un problema già preventivato e al momento senza soluzione. È inaccettabile l’atteggiamento di chi governa la salute pubblica, l’assessore Riccardi in primis che, messo in guardia, ha lasciato la Carnia in questa situazione”.

“Si sapeva già, secondo quanto prevede il decreto legge 18 del 2020 – fa presente Mentil -, che questi contratti non potevano essere prorogati. Sono necessarie formule per incentivare i professionisti della salute a restare. Va considerata come un’opportunità la ricollocazione di dottori aziendali che, dopo un’esperienza nelle strutture ospedaliere, possano svolgere il ruolo di medico di vallata con una conoscenza che permetterebbe di mantenere una collaborazione efficace tra soggetti che operano sullo stesso territorio”.