Gli scarpets della Carnia rinascono: ecco i primi 22 diplomati del corso

La consegna dei diplomi del corso per imparare a realizzare gli scarpets

“Scarpetta leggera per il piede, tanto affaticato, dei nostri avi. Leggero perché il carico della gerla è troppo pesante; cucito, ricamato e appuntato perché anche nella fatica ci dev’essere un sorriso vivace e la bellezza del sapore di casa. Sullo “scarpet” ha camminato per secoli e secoli l’anima carnica”. Questo è lo “scarpet” descritto nei versi del famoso poeta Domenico Zannier, che restituiscono perfettamente l’anima di questa calzatura. Anima e manifattura dello scarpet che saranno tramandate anche dai neodiplomati del primo corso di “Tecniche di confezionamento artigianale di calzature” curato da Enaip FVG e dal Museo Gortani di Tolmezzo che si è concluso questa mattina con gli esami e la consegna dei diplomi.

Tutti i ventidue partecipanti al corso (selezionati tra oltre 150 manifestazioni di interesse pervenute) hanno portato a termine il percorso formativo e conseguito il diploma. La formazione ha impegnato i corsisti per 90 ore di cui più della metà sono state dedicate alle attività laboratoriali, volte ad acquisire le competenze necessarie per la realizzazione artigianale degli Scarpéts. I partecipanti sono stati accompagnati dalle capacità e dal sapere delle donne carniche che hanno fatto da insegnanti unitamente agli esperti di ENAIP.

Infine, nell’ottica di supportare i diplomati in un percorso di arricchimento personale e professionale, lunedì 18 marzo a Trieste negli spazi di ITS Arcademy – Museum of Art in Fashion,  il Museo Gortani, insieme alla Fondazione ITS e a Tessitura di Sauris, Carnia Arte Tessile, Sutrio Ricama e Carnia Industrial Park, a una selezione di otto neodiplomati darà l’opportunità di affiancare i 16 giovani creativi internazionali finalisti di ITS Contest 2023. Obiettivo? La reinterpretazione di questa storica calzatura, in una speciale e intensa giornata-laboratorio che vedrà lo scambio di competenze per la realizzazione di 18 esclusive paia di “Scarpetti”, che saranno oggetto, successivamente, di una mostra.

I protagonisti del corso.

Molti dei partecipanti al corso hanno già manifestato il desiderio che questa esperienza possa diventare un lavoro e lo testimoniano le loro parole.

“Quando ho sentito la notizia di questo progetto ho sperato subito di poterci essere! – sottolinea Flecia Pugnetti,  neodiplomata –. Sono cresciuta con gli scarpetti di mia nonna, che purtroppo oggi non c’è più. Nessuno della mia famiglia aveva imparato come si fanno: finalmente ora posso portare avanti la tradizione. Mia nonna, credo, sarebbe orgogliosa. Da questo corso ho appreso tanti piccoli segreti per capire fino in fondo questa tecnica e adesso mi piacerebbe aprire una mia attività”.

“Lavoro nella pubblica amministrazione – commenta Isabella Unterberger, anche lei neodiplomata – e faccio un bellissimo lavoro, ma vorrei  dedicarmi a un’attività pratica e significativa per il mio territorio. Questo gruppo è stato straordinario, coeso, entusiasta e il mio sogno sarebbe che tutte insieme (la maggior parte di noi sono donne) potessimo intraprendere un percorso imprenditoriale per portare risorse e rinnovare le tradizioni delle nostre terre”.

Anche la sostenibilità è un aspetto a cui viene dato peso: “Partecipare a questo progetto artigianale degli Scarpets – aggiunge la neodiplomata Anna Maria Contento – mi ha fatto sentire utile. Ho messo un piccolo tassello di un mosaico che mira a dare continuità a una tradizione importantissima. E il fatto che si lavori in modo sostenibile, senza sprecare i materiali, proprio come una volta, è ancora più significativo: è un obbligo morale indispensabile e un dovere sociale”.

Le microimprese artigiane.

La conclusione del primo corso pone le basi per lo sviluppo di un’offerta mirata alla costruzione di nuova imprenditorialità sul territorio. Sfida che sarà raccolta anche da Carnia Industrial Park che attraverso “Le Botteghe artigiane della Carnia” accompagnerà i progetti artigianali per contribuire allo sviluppo economico del settore, alla creazione di nuova occupazione e nuova imprenditorialità artigiana e all’innovazione di modelli di microimprese artigiane.