Da un romanzo nasce l’idea per rilanciare lo Schioppettino friulano

L’idea dell’azienda I Clivi per rilanciare lo Schioppettino.

Grazie ad un romanzo, è nata l’idea per rilanciare lo Schioppettino friulano. Ad avere l’intuizione è stato Mario Zanusso, titolare della cantina I Clivi di Corno di Rosazzo, che a Vinitaly presenta la sua nuova “creatura”, il vino “Il soccombente”.

Un nome che prende il titolo dal libro di Thomas Bernhard che Zanusso ha letto nel 2020, durante le settimane impegnative del primo lockdown. Il volume racconta la storia di Wertheimer, musicista di talento che si trova ad avere come compagno di corso un genio che brilla di luce immensa, destinato a diventare una star mondiale e a oscurare chiunque gli stia vicino: Glenn Gould. Dinnanzi a tale virtuosismo, Wertheimer scoprirà che il proprio destino è quello del soccombente, epiteto coniato per lui dallo stesso Gould.

“Proprio come il talentuoso Wertheimer – racconta Mario Zanusso – lo Schioppettino ha
trovato lungo la propria strada vini storicamente nobili o assai più largamente diffusi che gli
hanno reso impossibile dispiegare tutto il proprio valore. Presente in Friuli Venezia Giulia fin
dal Medioevo, fu quasi completamente distrutto dalla fillossera, quindi sostituito con vitigni più
produttivi nel corso del Novecento tanto da essere addirittura escluso dalle varietà d’uva
coltivabili in regione fino alla seconda metà degli anni Settanta”.

Da questa riflessione è scaturita la volontà di dare la giusta dignità a un vitigno storico confinato per troppo tempo a un ruolo minore, che è al tempo stesso il rosso più rappresentativo del Friuli e un outsider affascinante dalle potenzialità ancora non completamente esplorate.

Durante la vendemmia di quell’anno sono state raccolte le uve della prima edizione del Friuli Colli Orientali Dop Schioppettino “Il soccombente”, che debutterà in anteprima a Vinitaly 2023, in programma dal 2 al 5 aprile a Verona.

“Da tempo stiamo portando avanti in azienda, con curiosità e liberi da preconcetti, un percorso
di sperimentazione dei materiali tra acciaio, cemento e legno – spiega Zanusso -. E’ in quest’ultimo che abbiamo trovato la strada ideale per esaltare i migliori tratti del nostro
Schioppettino. Il legno, impiegato fin troppe volte in passato come riserva di tannini o elemento omologante, se usato con sapienza è un grandissimo amplificatore di terroir”.

Un affinamento di dodici mesi in botti di rovere da 300 litri, a cui segue un periodo analogo in acciaio è il punto di equilibrio che ha consentito di arrivare allo Schioppettino “Il soccombente”, che esce in tiratura limitata: un “racconto” distillato in mille bottiglie.