La battaglia per l’acqua di montagna approda a Trieste: “L’energia idroelettrica prodotta resti alle nostre comunità”

La battaglia per l’utilizzo dell’acqua di montagna.

È una battaglia che muove l’intera montagna, dalla Carnia alla Destra Tagliamento. Perché l’obiettivo è dire “stop” all’utilizzo dell’acqua da parte delle grandi società che, poi, sul territorio non lasciano nulla.

Oggi, alcuni sindaci delle aree montane si sono recati a Trieste, nella sede della Regione, accompagnati dai comitati per la salvaguardia dei corsi d’acqua. “Assieme a me – racconta Francesco Brollo, primo cittadino di Tolmezzo – c’erano i sindaci di Ampezzo, Barcis, Meduno e Sequals in rappresentanza dei 55 colleghi di Carnia e Val Cellina e Val Meduna“.

Chiaro l’obiettivo di questo “blitz” in piazza Oberdan: “Consegniamo ai consiglieri regionali il testimone di una battaglia sacrosanta per la montagna – aggiunge Brollo -. Chiediamo che parte dell’energia prodotta nelle grandi centrali idroelettriche dei nostri territori e dei guadagni relativi, che oggi servono per illuminare la Madonnina di Milano e la Gioconda al Louvre, restino in montagna. Mica per altro, perché vivere in montagna costa di più”.

Una staffetta che è partita dai comitati, che i sindaci hanno recepito e tradotto in proposte e che ora i consiglieri regionali stanno discutendo e votando in aula. “Speriamo che il gioco di squadra porti il risultato che ci auspichiamo, le premesse sono buone – conclude Brollo -. Un grazie a tutti coloro che hanno lavorato a fondo su questo tema”.