Chiesta la sospensione di Schengen con la Slovenia, le conseguenze in Fvg

L’accordo di Schengen con la Slovenia

“Sospendere l’accordo di Schengen con la Slovenia per il rischio di terroristi infiltrati tra i profughi in arrivo dal Medioriente tramite questo paese”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo al congresso della Svp a Merano. Una richiesta partita dall’Italia verso Lubiana e i vertici dell’Unione Europea e che tocca da vicino il Friuli Venezia Giulia, primo valico verso la nazione estera.

L’accordo di Schengen è un trattato internazionale che prevedeva l’eliminazione dei controlli alle frontiere sia delle merci sia delle persone. Da questo inverno c’è già stata una parziale sospensione del trattato, con il ripristino dei controlli alla frontiera tra Italia e Slovenia, ma solo a campione. La sospensione si era resa necessaria per l’aggravarsi della situazione in Medio Oriente, l’aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica. 

Adesso il governo chiede nuove misure più decise. La conseguenza potrebbe essere il ritorno delle code ai confini del Friuli Venezia Giulia, proprio in vista della stagione estiva. La richiesta ha subito suscitato la reazione della candidata Pd per il Fvg alle elezioni europee, Sara Vito, a margine di un incontro elettorale. “Non è certo questa la risposta. Abbiamo un appuntamento importantissimo che è Nova Gorica-Gorizia capitale europea della cultura 2025 ed è già questa la dimostrazione che in Europa l’unione fa la forza”, ha detto, sottolineando come il Friuli Venezia Giulia è “un territorio complesso, articolato ma che è la dimostrazione concreta di come la multiculturalità sia davvero un valore aggiunto. Siamo una speranza e la dimostrazione concreta per l’Europa di come la pace e la convivenza siano assolutamente possibili”.