Uccise la moglie a Feletto, ora è libero: la battaglia del figlio per la salma della mamma

Pasquale Guadagno, il figlio di di Carmela Cerillo.

Dopo 13 anni il marito torna libero: secondo la legge potrebbe chiedere il corpo della moglie per cremarla e tenerla con sè.

Pasquale Guadagno, 27 anni, figlio di Carmela Cerillo, vittima di femminicidio avvenuto 14 anni fa a Feletto, si rivolge con forza alle istituzioni per chiedere maggiori tutele agli orfani delle donne uccise da mariti e compagni. La sua battaglia prende vigore poiché teme che il padre, ora uomo libero dopo aver scontato parte della sua condanna, voglia riappropriarsi delle spoglie della madre per cremarla e tenerla con sé.

La storia di questa famiglia è segnata da una tragedia avvenuta il 25 aprile 2010, quando Carmela Cerillo venne strangolata dal marito nella loro casa di Feletto. I loro figli, Pasquale e Annamaria, si sono trovati a dover affrontare la dolorosa realtà dell’assenza dell’amore materno e con il padre incarcerato per il crimine commesso. Condannato a 20 anni di carcere, Salvatore Guadagno ha scontato 13 anni e 10 mesi di pena ed è ora è tornato in libertà.

Pasquale e Annamaria, nel corso di questi anni, hanno dovuto far fronte più volte alla tragedia che li ha segnati profondamente. Ora gestiscono insieme un bar a Udine e lottano per garantire giustizia e rispetto alla memoria della madre.

La loro lotta si focalizza sul diritto di poter decidere del destino della salma della madre, un diritto attualmente detenuto dal padre secondo la legge. Non avendo agito legalmente per ottenere questo diritto in tribunale, ora si trovano a dover fronteggiare la possibilità che il padre possa decidere autonomamente del destino della salma.

Pasquale è preoccupato dalle dichiarazioni del padre, che ha espresso il desiderio di far riesumare e cremare la salma della madre per tenerla con sé. Chiede un intervento dello Stato affinché si garantisca che il padre segua un percorso di riabilitazione e che vengano messe al centro le esigenze dei bambini e degli orfani delle vittime di femminicidio. Il giovane Guadagno non esita a denunciare le difficoltà incontrate anche nel rapporto con le istituzioni, sottolineando la necessità di riforme. La burocrazia e i tempi lunghi nel garantire i diritti e le tutele necessarie sono solo alcuni degli ostacoli che denuncia.