Condannato per rissa e rapina, fugge all’estero ma i carabinieri lo ritrovano

Il 25enne è stato estradato dalla Svizzera.

Un 25enne italiano di origine nord africana, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato e riportato in Italia dopo mesi di latitanza internazionale. M.A., condannato dal tribunale di Pordenone a quattro anni, tre mesi e 25 giorni di reclusione e a una multa di 1.200 euro, dovrà scontare la pena per una serie di reati commessi tra il 2017 e il 2018, tra cui rapina impropria, concorso in lesioni personali aggravate e resistenza a pubblico ufficiale.

I reati contestati risalgono a tre episodi distinti: il 7 febbraio 2017, insieme ad altri giovani, aveva aggredito un ragazzo albanese a Pordenone; il 13 luglio 2017 si era reso protagonista di resistenza a pubblico ufficiale; e il 7 luglio 2018, a Roveredo in Piano, dopo essersi impossessato dell’auto di un amico, aveva tenuto comportamenti violenti contro i Carabinieri della Radiomobile di Sacile intervenuti sul posto.

La fuga e le indagini dei Carabinieri friulani

Nonostante l’ordine di carcerazione, il giovane era riuscito a sottrarsi alla giustizia, facendo perdere le proprie tracce. I Carabinieri della Squadra Catturandi del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Pordenone hanno avviato un’indagine approfondita, ricostruendo la vita, le amicizie, le abitudini e i luoghi frequentati dal ricercato.

Dopo mesi di ricerche, è emerso che M.A. si nascondeva tra Francia e Svizzera. Grazie a una collaborazione internazionale tra INTERPOL, le autorità svizzere e la Direzione Centrale di Polizia Criminale, i Carabinieri friulani sono riusciti a localizzarlo tra Ginevra e Losanna.

Arresto e estradizione

A metà luglio 2025 la Polizia Federale Svizzera ha fermato il giovane a Wetzikon, nella Svizzera tedesca, su richiesta dell’Italia tramite un Mandato di Arresto Europeo. M.A. ha presentato ricorso al Tribunale Federale svizzero, ma il provvedimento è stato rigettato. Mercoledì 26 novembre 2025 M.A. è stato estradato in Italia e consegnato alla Polizia di Frontiera di Ponte Chiasso. Successivamente è stato trasferito nella Casa Circondariale di Busto Arsizio, dove sconterà la pena stabilita dai tribunali di Pordenone.