Liste d’attesa, emergenza cronica in Fvg: “La Regione non trova soluzioni”

Zalukar critica la gestione dei tempi di attesa della sanità regionale.

La gestione dei tempi di attesa è una delle dimensioni su cui si valuta la bontà complessiva di un sistema sanitario perché coinvolge diverse aree: l’efficacia delle cure, l’appropriatezza delle prescrizioni e, non da ultima, la questione economica intesa in questo caso come esborso dei cittadini per prestazioni che dovrebbero essere garantite dal servizio sanitario regionale”, ha precisato in una nota Walter Zalukar, Consigliere Regionale Fvg.

I tempi di attesa e i relativi codici di priorità non sono messi lì a caso, ma rispondono a valutazioni cliniche che indicano come appropriato, ad esempio, poter eseguire un esame diagnostico entro un determinato numero di giorni perché un periodo più lungo potrebbe compromettere la salute. La mala gestione dei tempi di attesa ha effetti dannosi per lo stato di salute e recessi per l’economia.

Una gestione accorta dei tempi di attesa passa attraverso il loro continuo monitoraggio e anche attraverso percorsi di trasparenza dei dati. “La legge regionale 7/2009 prevede – ha ricordato – che una relazione annuale e monitoraggi periodici siano presentati, per realizzare la citata trasparenza, al Consiglio regionale e pubblicati. Questo non allo scopo di una gogna mediatica, ma al fine di valutare le politiche da intraprendere. Una tematica importantissima per i cittadini portata all’attenzione di chi i cittadini hanno eletto.

“La mia ulteriore interrogazione che chiede conto della relazione annuale e dei monitoraggi periodici, finora inesistenti, ha visto l’Assessore alla Salute rimandare ancora. Certo, c’è stato l’impegno a presentare al Consiglio una relazione parziale, è già qualcosa. In futuro, sempre in futuro, dovrebbe concretizzarsi un piano operativo per il recupero delle liste di attesa.
Intanto nel presente i malati aspettano cure che non arrivano. L’emergenza Covid-19 ha avuto sicuramente un impatto negativo sulle liste di attesa, ma – ha concluso – bisognava tempestivamente correre ai ripari perché il rischio è che i morti determinati dall’emergenza (indiretti) siano di più dei morti di Covid”.