Le indemoniate di Clauzetto, punite con un esorcismo per l’immoralità nel loro comportamento

Nelle istruzioni impartite da Fra Tomias de Torquemada, promotore e artefice dell’Inquisizione, scriveva e raccomandava ai suoi collaboratori sparsi nelle provincie in Europa e quindi, anche in Friuli, come seguire gli eretici ed eseguire gli interrogatori.

Non si dimostravano razionali quei disperati, povera gente, ma anche persone di rango e membri del clero che, terrorizzati dalla macchina dell’Inquisizione, potevano cadere nell’orrore delle inchieste, nella crudeltà delle condanne, nelle persecuzioni tanto spaventose quanto più sottili, silenziose all’inizio e poi improvvise e rapide quando colpivano.

Gli eretici e le pene inflitte.

Per chiunque incappasse nell’Inquisizione, l’accusa era sempre formulata in base a materia di fede, dissenso e immoralità di comportamento. Il crimine vero era per gli inquisitori l’errore nascosto nel segreto dell’anima e lì bisognava andare a inseguirlo, con accanimento, fino ad estirparlo.

A Clauzetto, in occasione della festa del Perdon, era tempo di eseguire gli esorcismi per rinsavire le indemoniate della valle, quasi sempre tutte donne. Le persone da esorcizzare erano accompagnate in chiesa dagli esorcisti. Si raccontava che le indemoniate praticavano degli esorcismi, come nel caso in cui, per avvicinare a sé una persona e farla sposare, la ungevano di olio santo.

Gli esorcismi.

In chiesa, durante il rito, al suono della campanella del Sanctus, le indemoniate cominciavano a gridare, agitarsi, rotolarsi a terra, talvolta a bestemmiare, si scatenavano in contorcimenti strani assumendo con il corpo forme incredibili.

A questo punto, gli esorcisti traevano dalle tasche della tonaca delle bottigliette di acqua benedetta la sera della vigilia della festa dell’Epifania e la davano a bere alle indemoniate. Se si rifiutavano di berla, gli esorcisti ricorrevano alla violenza, le picchiavano con brutali pugni sul petto e sulla schiena, aprivano loro la bocca con l’aiuto della punta di grossi bastoni, fino a che non avessero scolato per intero la bottiglietta d’acqua santa.

Le indemoniate, bevuta l’acqua, talvolta si calmavano. Talvolta, vomitavano e allora, in questo caso, gli esorcisti contavano i diavoli che uscivano dalla bocca delle donne, questo perché gli esorcisti erano pagati in denaro con un soldo in ragione di ogni diavolo contato, uscito dalla bocca delle indemoniate.