Stop alla Tari, bonus baby sitter e contributi alle Partite Iva: tutti gli aiuti che ci sono in Friuli per superare la crisi

Gli aiuti a imprese e famiglie.

Decine di milioni in campo per sostenere le imprese nell’emergenza coronavirus. È quanto ha messo in campo la Regione Fvg per aiutare le aziende in questa fase delicata.

Metteremo in campo, con varie misure, quasi 50 milioni di euro a fondo perduto, che si aggiungono alle azioni per l’accesso al credito, sul sistema delle garanzie, sul sostegno alla liquidità e per la defiscalizzazione. Un impegno enorme che non si ferma all’emergenza ma che dovrà proseguire con la fase della ripartenza”. Così l’assessore regionale alle Attività Produttive, Sergio Emidio Bini, ha delineato il percorso messo in atto per il contrasto alla crisi economica.

E se il disegno di legge SviluppoImpresa dovrà essere attualizzato sull’emergenza Covid-19, Bini annuncia che nel frattempo la Regione ha fatto “due leggi per dare ristoro immediato alle aziende del territorio, agendo sull’accesso al credito e sugli aiuti a fondo perduto, che, se includiamo anche i 22 milioni, 11 della Regione e 11 dei Comuni, per l’azzeramento di Cosap, Tosap e Tari, porta ad un pacchetto di oltre 50 milioni di euro”. Il 5 giugno sarà portato in aula un nuovo disegno di legge che avrà al centro temi quali la semplificazione, l’utilizzo dei fondi europei per l’innovazione, per l’adeguamento anti-Covid e un nuovo ruolo dell’intero sistema bancario.

Gli aiuti ricadranno su migliaia di imprese e “a ciò – come ha ricordato ancora l’assessore – si aggiunge la sospensione del pagamento delle rate sui fondi di rotazione, che ha lasciato 172 milioni nelle casse delle imprese; 9,5 milioni sono giunti in forma di garanzia dai Confidi regionali, mentre 25 milioni sono stati attivati tramite Mediocredito per il finanziamento a tasso agevolato sulle sezioni anticrisi”. Soltanto per 30.000 partita Iva del territorio, la Regione mette a disposizione 28 milioni di euro.

Non soltanto attività produttive, però. Per affrontare le difficoltà legate all’emergenza sanitaria da Covid-19 i lavoratori della regione hanno l’opportunità di accedere a prestiti per l’anticipazione del trattamento di cassa previsto dalla Cig in deroga. L’opportunità è offerta dalla Regione, d’intesa con Mediocredito Fvg, e riguarda i lavoratori e le lavoratrici beneficiari della Cig in deroga introdotta dal Decreto Legge 18/20 “Cura Italia”, ovvero lavoratori subordinati sospesi dal posto di lavoro o posti in riduzione di orario che non possono accedere ad altre tutele previste dalle vigenti normative.

I lavoratori e le lavoratrici beneficiari della Cassa integrazione in deroga introdotta per l’emergenza Covid-19 possono rivolgersi agli sportelli delle Banche di Credito cooperativo della regione per un anticipo del trattamento di sostegno al reddito previsto. L’opportunità deriva da un’intesa tra Regione e Federazione regionale delle Banche di credito cooperativo che punta a offrire, in tempi brevi, liquidità ai lavoratori che stanno affrontando le difficoltà legate all’attuale emergenza sanitaria. L’accordo estende un protocollo attivo dal 2009 e relativo alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria.

A queste misure “locali” si uniscono quelle nazionali, contenute nel Decreto Rilancio del Governo che mette in campo 55 miliardi di euro. Tra gli interventi, si può segnalare il bonus baby sitter – 1.200 euro, da utilizzare anche per pagare i centri estivi -, un aiuto basilare per le famiglie in cui i genitori abbiano ripreso a lavorare e che non sappiano a chi lasciare i figli. Previsti incentivi per l’utilizzo dei mezzi pubblici, come il rimborso agli abbonamenti. Per chi se lo potrà permettere, c’è il bonus vacanza da 500 euro, con la speranza di aumentare la mobilità turistica interna. Tornando alle aziende, vengono spostate le scadenze di alcune tasse e l’acconto Irap è stato del tutto cancellato. Confermati i 600 euro ai liberi professionisti già beneficiari per il mese di marzo.

Le istituzioni scendono in campo per supportare famiglie e imprese. I prossimi mesi saranno impegnativi, ma il Friuli ha voglia di ripartire.