Bar e ristoranti spengono la rivolta in Friuli di #ioapro: “Rispettiamo le regole”

La Fipe sulla situazione di bar e ristoranti.

“Sono passati oltre dieci mesi da quando le nostre attività sono state stravolte. Ristoranti, bar, pizzerie, paninoteche, gelaterie chiusi, oppure aperti con orari e limiti che impediscono a molte realtà di lavorare in maniera proficua”.

Sono “disorientati” e “preoccupati”, i titolari e gestori dei pubblici esercizi del Friuli Venezia Giulia. Lo confermano attraverso la voce di Fipe Confcommercio che raccoglie i sentimenti degli esercenti.

“La preoccupazione – spiegano dalla Fipe Fvg – ha lasciato spazio alla paura. Paura di non essere più in grado di riaprire tra qualche mese l’attività, paura per la tenuta dell’azienda che nei prossimi anni dovrà sobbarcarsi comunque i debiti contratti in questi mesi, paura per la tenuta sociale e il futuro delle nostre famiglie e dei nostri dipendenti”.

Dietro a molti di questi locali c’è la storia del Friuli Venezia Giulia, ci sono le tradizioni del territorio, la fatica di generazioni, la valorizzazione di prodotti e produttori locali. “La politica nazionale, anche perché quella regionale non possiamo negare ci abbia interpellato costantemente e teso una mano – proseguono dalla Fipe –si è limitata a classificarci come attività non indispensabili, provvedendo a ristori irrisori, arrivati sempre con estremo ritardo e con la cassa integrazione per i nostri dipendenti che arriva a singhiozzo”.

I prossimi mesi con buona probabilità riserveranno ancora chiusure e importanti restrizioni. “A fronte di tanto disagio e di tanta preoccupazione – proseguono i vertici Fipe, rispondendo così indirettamente alla protesta #iorestoaperto i cui promotori hanno deciso di aprire, il 15 gennaio, a pranzo e cena bar e ristoranti in barba alle restrizioni –, comprendiamo la rabbia di chi propone iniziative di protesta, ma come associazione di categoria non possiamo spingere i nostri associati al mancato rispetto delle regole, mettendoli a rischio sanzioni e chiusure. Senza contare che aperture forzate e i locali pieni potrebbero prestare il fianco a chi da mesi cerca di farci passare per irresponsabili e untori. Serve restare uniti, dimostrare consapevolezza della situazione e non alimentare conflitti all’interno della categoria – concludono –, mettendo gli esercenti gli uni contro gli altri come alcuni stanno cercando di fare per proprio personale tornaconto. Allo stesso modo, ed è per questo che Fipe Confcommercio si sta muovendo, vanno pretesi indennizzi che ripaghino la categoria degli sforzi degli ultimi mesi, consentendo alle nostre aziende di restare vive, in attesa di riaperture definitive”.