Banca condannata a risarcire 238mila euro a un’azienda del Friuli

Banca risarcisce una ditta del Friuli.

Il “mark to market” è definito uno degli “elementi essenziali del contratto derivato”. Parliamo di finanza e il fatto che, nei contratti dei due swap conclusi da “Linea Fabbrica srl” di Manzano tra il 2006 e il 2007, il “mark to market” mancasse del tutto ha fatto perdere alla banca che aveva sottoscritto il contrattato 238 mila euro, che ha dovuto rimborsare.

Il “mark to market”, serve a cambiare il prezzo degli strumenti finanziari a seconda di come va il mercato. Dopo la sottoscrizione del contratto da parte dell’azienda, gli investimenti però avevano mostrato nette perdite: 209.329 euro di saldo negativo dei flussi di cassa. La ditta ha quindi convenuto la banca Intesa Sanpaolo in giudizio, per chiedere l’annullamento di entrambi i contratti d’investimento. L’istanza è stato ora accolta della sentenza, che ha condannato Intesa Sanpaolo alla restituzione dell’intera somma, più gli interessi. Per un totale di 238 mila euro.

I precedenti della sentenza.

La causa civile si era già conclusa nel 2019 con esito negativo. Nel respingerne la domanda, il giudice di primo grado si era espresso in favore di Intesa Sanpaolo, che sarebbe stata rimborsata delle spese legali. La sentenza era però stata impugnata e il verdetto è stato ribaltato, con tanto di pagamento dei due terzi delle spese di entrambi i gradi di giudizio in capo alla banca.

Ad avere peso nella vicenda è stata la perizia disposta dal tribunale. Trascurando di indicare mark to market, criterio di calcolo, commissioni implicite e scenari probabilistici, insomma, la banca ha omesso elementi essenziali ai fini della validità del contratto, in quanto costituenti i criteri che consentono di misurare l’area contrattuale e, quindi, di gestire il rischio finanziario.