Con il caro prezzi vacanze più corte per il 41% dei friulani

L’indagine dell’Osservatorio Prezzi del Movimento Difesa del Cittadino Fvg

Con il caro prezzi il 32% degli intervistati in Friuli hanno risposto che quest’anno rinunceranno alle vacanze tradizionali ed il 41% diventeranno più brevi. Sono questi i risultati dell’indagine rilevati dall’Osservatorio Prezzi del Movimento Difesa del Cittadino Fvg.

Nel confronto rispetto a un anno fa, i voli nazionali costano + 43,1%, i Voli internazionali +36,5%, i pacchetti vacanza nazionali +19,2%, il gelato +22%, gli Alberghi, motel, pensioni e simili  +15.10%, seguono Parchi di divertimento e i servizi sportivi con +10,6%, i Fast food con +8,5%, i Villaggi vacanze e i campeggi con +8,1%, i Ristoranti, bar e locali da ballo con +5,8%, i listini  di piscine, palestre e stabilimenti balneari +5%. Piscine, palestre e stabilimenti balneari +9,85%, Ristoranti, bar + 6,8%, Noleggio mezzi di trasporto +6,15%, Alberghi, motel, pensioni e simili  + 5,8%!.

Con il caro prezzi vacanze più brevi.

A fronte dei rincari, dall’indagine a campione effettuata sul territorio negli ultimi 2 mesi, il 32% dei Consumatori intervistati in Friuli hanno risposto che quest’anno rinunceranno alle vacanze tradizionali ed il 41% diventeranno più brevi, al massimo di 6-7 giorni. Tra i fattori determinanti nella scelta di una vacanza ci sono la qualità dei servizi offerti (52%), il prezzo conveniente (46%) e le recensioni (18%). 

Nella prenotazione di un viaggio, il 75% considera importante il tema del turismo sostenibile nella scelta della struttura dove soggiornare: sono fattori oggi considerati oggi determinanti. Anche coloro che rimarranno in città od effettueranno un weekend in una località balneare regionale i listini di alberghi, pensioni, b&b e strutture ricettive varie sono già al rialzo; l’andamento delle tariffe praticate al pubblico è tuttavia estremamente diversificato sul territorio.

Anche mangiare fuori diventa sempre più costoso.

Sempre più costoso mangiare fuori, i rincari alimentari incidono su listini del comparto ristorazione e bar, con quelli in vigore un anno, con aumenti medi su base annua, del +8,80% a Trieste, +8,20% a Udine, + 7,20% a Pordenone e +6,8% a Gorizia (quello isontino è in linea con il dato medio su base nazionale). I menu dei ristoranti costano il 6,1% in più, una cena in pizzeria rincara del 7,6%, per una consumazione al bar si spende in media il 4,8% in più, mentre gelaterie e pasticcerie hanno ritoccato al rialzo i listini del 5,9%, +6,6% i fast food.

L’incremento più alto, tuttavia, spetta al sempre più diffuso “food delivery”, con i prezzi delle consegne di cibi e bevande a domicilio che salgono del +13% rispetto al 2022. Incrementi dei listini che determineranno una riduzione dei consumi, con 1 famiglia su 3 che, per far fronte al caro-prezzi, si vedrà costretta a tagliare la spesa per le consumazioni fuori casa.