Anna Maria Cisint chiede di segnalare le moschee irregolari.
Sono partite martedì le prime richieste ufficiali per fare luce su presunte moschee irregolari in Veneto. A promuoverle è Anna Maria Cisint, ex sindaca di Monfalcone (e ora assessore alla lotta contro la radicalizzazione islamica nonché eurodeputata), che ha inviato formali richieste di accesso civico ai Comuni di Susegana e Padova, per ottenere informazioni sullo stato urbanistico e amministrativo di due centri islamici al centro dell’attenzione.
Il primo riguarda la sede di via Caduti sul Lavoro 968 a Susegana, mentre il secondo si trova in via Turazza 17 a Padova. Secondo Cisint, queste strutture da tempo sollevano preoccupazioni tra i residenti e potrebbero trovarsi in situazioni di non conformità alle normative locali.
La sindaca, sostenuta da recenti pronunce del Consiglio di Stato sui casi di Monfalcone, afferma che questi atti segnano l’inizio di una campagna più ampia: “È il momento di dire basta a zone grigie, a situazioni dove non si applicano regole chiare e trasparenti”. Il riferimento va anche alla mancata attuazione dell’articolo 8 della Costituzione, che prevede intese tra lo Stato e le confessioni religiose diverse dalla cattolica.
Cisint denuncia inoltre l’assenza di norme su chi predica e su cosa venga insegnato in questi luoghi, sottolineando la mancanza di trasparenza sui finanziamenti e sulla gestione interna dei centri religiosi. Obiettivo dell’accesso civico è dunque acquisire documentazione utile per valutare l’eventuale presenza di irregolarità urbanistiche o amministrative.
La campagna per la raccolta di segnalazioni su moschee irregolari.
Accanto a questa azione amministrativa, la sindaca ha lanciato una campagna nazionale di segnalazioni, invitando i cittadini a scrivere all’indirizzo email segnalazioni.moscheeirregolari@gmail.com per segnalare casi sospetti su tutto il territorio nazionale.
Infine, Cisint ha annunciato l’invio di una ulteriore PEC all’Ufficio scolastico regionale del Veneto, chiedendo chiarimenti su una visita scolastica in moschea organizzata da una scuola dell’infanzia cattolica di Susegana, durante la quale — secondo la sindaca — i bambini sarebbero stati coinvolti in pratiche religiose musulmane. Oltre a chiarimenti sul fatto, è stato richiesto di verificare se l’istituto riceva contributi pubblici e in quale misura.