Contagi in rialzo salta l’assistenza domiciliare in Fvg: il caso

Proposta un’interrogazione in Regione per le Usca

Ora che i contagi sembrano essere diminuiti rispetto al picco pandemico, le Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) smetteranno di funzionare. Queste ultime erano state molto utili nella fase dell’emergenza sanitaria nella gestione domiciliare delle persone positive a Covid-19, anche nei casi come le comunità scolastiche ed aziendali dove il contagio si propagava più velocemente.

Un preoccupazione per molti, perché dal 1mo luglio sembrerebbe che a prenderne il posto siano state le UCA, Unità di Continuità Assistenziale, una equipe medica distrettuale.

“Il nuovo incremento dei casi di Covid 19 fa crescere la preoccupazione di cittadini e operatori della sanità, soprattutto ora che il servizio delle USCA, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale che nel corso della pandemia hanno svolto un ruolo fondamentale per la cura e l’assistenza dei malati sul territorio, è stato sospeso – commenta la consigliera regionale dei cittadini, Simona Liguori -. Vorremmo sapere come effettivamente si muoverà la Regione sulla gestione di questo problema, posto che altrimenti tutto il carico di lavoro si sposterà inevitabilmente sulle strutture ospedaliere e sui medici di medicina generale, unici riferimenti per i malati“.

La consigliera ha annunciato la volontà di presentare la problematica in occasione del prossimo question time. “Sul punto vanno chiariti molti aspetti: con quali criteri nascerà questa nuova forma assistenziale? Quali saranno compiti e compensi?” conclude la Liguori.

La proposta, portata avanti dalla Fimmig Fvg, sarebbe quella di prorogare le Usca fino a a fine anno, come successo in molte altre regioni italiane.